L'Ue boccia il Def

Grave preoccupazione sul deficit da parte dell'Ue, sufficiente a bocciare il Def approvato qualche ora fa dal governo italiano e a sconsigliare fortemente di inserire i suoi numeri all'interno della Manovra, unico sistema per scongiurare il rischio della “x” rossa sul documento. In una lettera firmata dal vicepresidente della Commissione europea Vladis Dombrovskis e dal Commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, l'Europa respinge al mittente le misure del Documento di economia e finanza, sostenendo che “a prima vista sembra costituire una deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dal Consiglio Ue il che è motivo di seria preoccupazione”. Per questo, scrivono, “chiediamo alle autorità italiane di assicurare che la manovra sia in linea con le regole fiscali comuni” della zona euro”.

L'avvertimento

Un brutto colpo per l'esecutivo che sarà ora costretto, probabilmente, a rivedere in parte i suoi piani, anche considerando la scadenza del 15 ottobre, data ultima in cui la legge di Bilancio potrà essere notificata a Bruxelles. Un avvertimento che l'Ue fa all'Italia, di fatto rispondendo alla lettera con la quale Giovanni Tria aveva illustrato buona parte delle misure previste nel documento della Manovra. Lo stesso Conte, a più riprese, aveva definito la Manovra “coraggiosa” e volta al benessere degli italiani, nonostante la preoccupazione al contempo manifestata a più riprese dai vertici dell'Ue, tanto da creare non pochi attriti con l'esecutivo.

I numer

Come riportato all'interno del testo della lettera, “anche se in attesa del progetto di legge di bilancio, prendiamo nota delle intenzioni del governo nell’aggiornamento del Def di rivedere i suoi obiettivi di bilancio per il 2019-2020 e di deviare dalla convergenza precedentemente annunciata verso l’obiettivo di medio termine (Mto) dell’Italia di un pareggio di bilancio in termini strutturali”. Il riferimento è alle convenzioni fra Italia e Ue previste anche dal patto di stabilità, accordate all'Eurosummit del 28 giugno e confermate all'Ecofin del mese seguente. A inizio mese, peraltro, dall'Ue era stato concesso una sorta di sconto sul risanamento, ricalcolando il deficit accettabile all'1,6% del Pil, soglia sensibilmente superata portando la percentuale al 2,4% nel 2019 (con un debito attorno al 132% del Pil).