Lucano ha lasciato Riace

Domenico Lucano ha lasciato questa mattina Riace a seguito del provvedimento con cui il Tribunale del riesame ha revocato la misura degli arresti domiciliari e disposto il più tenue divieto di dimora

Esilio

Il sindaco si è spostato in un paesino del circondario, mentre nel paese il suo “modello” di accoglienza continua a essere portato avanti dalla sua compagna, l'etiope Tesfahun Lemlem, cui è stato imposto l'obbligo di firma, e dai numerosi volontari che da anni collaborano con Lucano e l'Amministrazione comunale.

L'udienza

Ieri Lucano si è presentato al Centro direzionale che ospita gli uffici giudiziari di Reggio Calabria in compagnia del suo avvocato. Durante l'udienza dove è stato discusso il suo ricorso avverso l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Locri che su richiesta della Procura di Locri lo aveva mandato ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata, nell'ambito dell'operazione “Xenia” condotta dalla Guardia di Finanza.

Indagine

Un'indagine nata successivamente ai rilievi della prima ispezione su presunte irregolarità nella gestione del progetto migranti, e che nonostante la seconda ispezione, favorevole al “modello Riace”, qualche giorno fa ha portato il ministero dell'Interno alla revoca dei finanziamenti, all'irrogazione di 34 punti di penalità, e alla chiusura dello Sprar, con i migranti che saranno trasferiti, su base volontaria. Al termine dell'udienza Lucano aveva rilanciato l'impegno per continuare a fare accoglienza a Riace, ma senza piè i soldi dello Stato. Nel pomeriggio in piazza Italia si è tenuto il presidio organizzato da varie sigle a sostegno del sindaco. In serata la decisione del Tribunale del riesame.