L’Ocse rivede al rialzo le stime del Pil, Padoan: “Avanti con le privatizzazioni”

“Le privatizzazioni fin qui fatte e quelle che faremo non tolgono dal posto di guida lo Stato, lo mantengono là con più strumenti a disposizione. Gli obiettivi strategici che lo Stato affida alle sue partecipate rimangono pienamente operativi. Se ci sono timori rispetto a questo tema sono idee semplicemente sbagliate”. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante la presentazione del rapporto Ocse, confermando che il programma di privatizzazioni continuerà, anche con l’obiettivo di abbattere il debito.

Il titolare di via XX settembre ha ribadito che “la politica di bilancio dell’Italia è una delle più virtuose d’Europa, il deficit scende, c’è un avanzo primario permanente, tutte le leve per ridurre il debito, comprese le privatizzazioni, continueranno ad essere utilizzate”. Quanto al debito ha spiegato che “dopo essersi stabilizzato comincerà a scendere”.

Secondo le previsioni dell’Ocse, l’economia italiana nel 2017 crescerà a un tasso dell’1%, che si confermerà anche nel 2018. Per il 2016 la stima è di un Pil in aumento dello 0,9% (come l’Istat). In base alle proiezioni aggiornate al 20 gennaio, prima dell’annuncio della manovra correttiva, il deficit dovrebbe attestarsi al 2,3% nel 2017 e al 2,2% nel 2018. Nello stesso biennio, dovrebbe lentamente scendere anche il debito. Dopo il rialzo al 132,8% previsto nel 2016, si attesterà al 132,7% del 2017 e al 132,1% del 2018.

Nel Rapporto dedicato al nostro Paese, si afferma che l’economia italiana “è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione. A migliorare la situazione hanno contribuito le riforme strutturali, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti e i prezzi contenuti delle materie prime”. Allo stesso tempo, tuttavia, si sottolinea che che “la ripresa è debole e la produttività continua a diminuire”.

La politica di bilancio italiana “è appropriata, a condizione che il margine di manovra disponibile sia utilizzato per sostenere politiche che consentano di ottenere una crescita più rapida e sostenibile”, afferma ancora l’Ocse, evidenziando che il margine esiste grazie al calo della spesa per interessi e andrebbe ora usato per potenziare gli investimenti pubblici, crollati del 30% da inizio crisi. Le priorità sono trasporti e infrastrutture, edilizia antisismica, spese per istruzione e assegni familiari, “basse per un Paese Ocse”.