L’OCSE: IL “SI'” AL REFERENDUM E’ NECESSARIO PER LA CRESCITA DELL’ITALIA

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sembra schierarsi in modo implicito per il “” al referendum istituzionale del prossimo 4 dicembre. A meno di due mesi dal voto, secondo l’organizzazione internazionale le riforme costituzionali contenute nel testo “sono la chiave” per sostenere la crescita dell’Italia e, limitando l’incertezza politica, “creano un clima migliore per progredire”. Lo dice la capo economista dell’Ocse, Catherine Mann, intervistata dall’Ansa a Parigi, città sede dell’Organizzazione.

Per l’americana succeduta a Pier Carlo Padoan al posto di Chief Economist non ci sono dubbi: “Brexit è stato uno choc il cui impatto è stato maggiore per l’Italia che per altri Paesi Ue”. “Più del 40% dell’export italiano è diretto verso l’Europa”, ha spiegato Mann, parlando di una relazione “speciale” tra l’economia italiana e quella britannica. Ebbene, secondo l’esperta, il voto per l’uscita dall’Unione ha “portato giù questo andamento che calcoliamo come corrispondente all’1% del Pil nel 2018”.

Se il referendum rappresenta un passo avanti per l’economia italiana, le banche rappresentano l’altro lato della medaglia. Secondo la Mann, infatti, nonostante “i grandi progressi compiuti”, il nostro Paese è ancora “a metà del guado“. L’Ocse è un’organizzazione internazionale di studi economici formata da un’assemblea consultiva di 35 paesi membri che hanno in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un’economia di mercato.

Favorevole al Sì anche il Presidente emerito Giorgio Napolitano. “Se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno“, ha detto. “Tra decreti e fiducie – ha aggiunto – il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma”. Ciò nonostante, avverte, la campagna referendaria non è partita bene: “si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del No” ha affermato Napolitano parlando alla scuola di formazione politica del Pd. “Sì, Renzi ha capito. Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perché erano contro Renzi”, ha concluso.