Lo spread chiude a 303, Milano cede il 2,4%

E'stato un lunedì difficile sui mercati, scossi dalla bocciatura del Def approvato dal governo italiano da parte dell'Unione europea: lo spread Btp-bund decennale, infatti, ha registrato in mattinata un picco massimo del 310, chiudendo la prima parte di giornata, dopo una serie di oscillazioni, a 304, chiudendo infine la giornata in frenata sul 303. Un aumento sensibile, considerando che venerdì l'indice segnava 279. Livelli che hanno contribuito al peggioramento dell'andamento giornaliero di Piazza Affari, con il Ftse Mib che cede il 2,48%, travolto dal crollo dei bancari, mentre Carige lascia il 6,8%, Banco Bpm il 6,5% e Mps il 5,4%. Dal febbraio 2014 la corsa al rendimento dei buoni italiani non raggiungeva tali percentuali, arrivando fino al 3,60% a metà giornata e chiudendo al 3,56%. Anche l'Euro risulta indebolito, scambiato a 1,147 sul dollaro. Milano è la borsa peggiore, con un segno negativo a 2,43%.

Gli indici a Piazza affari

Piazza Affari appare in recupero rispetto ai minimi di seduta ma il segno meno resta evidente, sia nei listini italiani (Ftse Mib giù del 2,2% affossato dallo spread e con il rendimento dei Btp decennali schizzato al 3,57%). che europei, con i segni meno che riguardano Londra (-0,6%), Parigi (-0,9%) e Francoforte (-0,9%), i quali hanno iniziato a risentire degli attriti sulla Manovra fra l'Italia e la Commissione. Un ruolo importante lo starebbe giocando anche la questione dei Treasury americani, che hanno messo sotto pressione Wall Street e le borse asiatiche, preoccupate per un rialzo accelerato dei tassi Usa. Perdite che, a ogni modo, risultano più contenute rispetto ai dislivelli nei listini italiani.

Salvini: “Chi specula perde tempo”

I picchi al ribasso del rapporto fra Btp e bund, sono stati commentati dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante un incontro con la leader del Rassemblemen national, Marine Le Pen: “Se volessi pensare male direi che dietro lo spread di questi giorni c’è una manovra di speculatori alla Soros che puntano al fallimento di un Paese per comprare le aziende sane rimaste, a prezzi di saldo. A nome del governo dico che non torneremo indietro. Chi vuole speculare sull’economia italiana sappia che perde tempo. Crescita economica e prospettive sociali in un’Europa delle Nazioni”.

Giornata complicata anche per le Borse cinesi, tornate agli scambi dopo la Golden week  e alle prese con gli effetti collaterali della politica dei dazi che ha provocato uno scontro commerciale con gli Stati Uniti: a picco sia l'indice Composite di Shanghai (crollato del 3,72%, a 2.716,51 punti) che quello di Shenzhen, che segna un passaggio a vuoto del 3,83%, arrivando a 1.386,28, praticamente ai minimi.