L’ITALIA NON ESCE DALLA MORSA DELLA DEFLAZIONE: PREZZI ANCORA IN CALO

L’economia italiana è ancora in deflazione. Secondo l’Istat marzo i prezzi sono calati dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Ma l’istituto di statistica segnala “lievi segnali di ripresa”. Su base mensile l’inflazione torna in aumento dopo due cali consecutivi mentre, su base annuale, la flessione dello 0,2% segue il -0,3% di febbraio. La deflazione risente soprattutto dei nuovi cali dei Prodotti energetici e in particolare di quelli non regolamentati come i carburanti (-11,2%, da -8,5% di febbraio).

Contribuiscono invece a ridurre l’ampiezza della flessione dei prezzi, secondo l’Istat, l’inversione della tendenza dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e di altri lievi segnali di ripresa registrati da alcune tipologie di prodotto (Alimentari non lavorati, Beni durevoli e semidurevoli, Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona). Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'”inflazione di fondo” sale a +0,6% (da +0,5% di febbraio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,4% (era +0,3% il mese precedente).

L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio). Rispetto a marzo 2015, i prezzi dei beni registrano un’accentuazione della flessione (-1,0%, da -0,7% di febbraio) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera (+0,7%, da +0,5% del mese precedente). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e diminuiscono dell’1,1% in termini tendenziali (era -0,8% il mese precedente). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 2% su base mensile mentre diminuisce dello 0,3% su base annua (era -0,2% a febbraio). Il rialzo congiunturale è in larga parte dovuto alla fine dei saldi invernali, di cui l’indice dell’inflazione Nic non tiene conto.