L'Italia esce dall'Ue dopo il voto di maggio?

Penso che questa opportunità sia l'ultima. Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti 'mandarini' guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne. O riusciamo a cambiarla o dovremo uscirne“. Lo ha detto il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, a un dibattito della Cisl definendo il progetto della Ue “fallimentare e tossico per l'Italia”. “Se l'ambiente rimane tossico, io dirò andiamone fuori”. L'esponente del Carroccio ha quindi spiegato come vorrebbe cambiare l'Ue: “Tra le soluzioni che vi potrebbero essere, per esempio, propongo di passare dalla politica di obiettivo 'deficit zero' alla politica 'disoccupazione zero'. Se gli obiettivi dell’Ue si spostassero, anche i trasferimenti interni sarebbero differenti – ha sostenuto -. Si dovrebbe inoltre passare da un mondo in cui si vive sotto la minaccia dello spread, limitando la possibilità di pensiero e l’iniziativa politica all’interno degli Stati, a un mondo in cui la Bce è prestatore di ultima istanza e quindi lo spread non esiste”.

Da dove nasce la sua proposta

L'economista ha quindi sottolineato che “ovviamente non è così facile uscire come dirlo, e lo abbiamo visto con Brexit. Ma a un certo punto ci deve essere un limite oltre il quale si smette di subire”. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera poi ha spiegato cosa c'è dietro questa sua proposta: “Le mie considerazioni partono da una cifra, che ho sentito dal Direttore generale della Banca d’Italia, Rossi, ovvero che dal 2000 a oggi l’Italia è cresciuta del 3%. La cosa fa riflettere: non è possibile, sulla base di due decenni perduti, continuare a parlare dell’esperimento dell’Ue come una cosa positiva. Evidentemente, questo ambiente per l’Italia è risultato tossico, diversamente che per altri Paesi”.