Licenziato chi commette molestie sessuali

Chi “commette molestie a carattere sessuale” nella pubblica amministrazione verrà licenziato. Nello specifico: in in prima battuta il molestatore verrà sospeso fino a un massimo di 6 mesi. Ma se il comportamento si ripete nell’arco del biennio, scatta il licenziamento. La “pena” massima è prevista se c’è “recidiva” di “atti o comportamenti o molestie a carattere sessuale” o “quando l’atto, il comportamento o la molestia rivestano carattere di particolare gravità”. 

I dati Istat

E' quanto scritto nella bozza del nuovo contratto per gli statali – visionato da Ansa – che mette nero su bianco uno stop alle molestie da parte di coleghi e datori di lavoro ai dipendendi, anche alla luce degli ultimi dati Istat.

Secondo l’ultima indagine dell'Istituto nazionale di statistiche, che risale al 2008-2009, circa la metà delle donne tra i 14 e i 65 anni (10,5 milioni, il 51,8%) hanno subito nell’arco della loro vita ricatti sessuali o molestie sul luogo di lavoro.

Stop ai favori

Nella bozza si evidenzia che “si applica” il licenziamento anche per lo statale che accetta o chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità non di modico valore, al di sopra dei 150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell'ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono.

Un capitolo della bozza di contratto è dedicato al codice disciplinare che recepisce il regolamento sulla condotta del 2013 chiarendo che, nei casi di scambio di favori, è esplicitamente prevista l'espulsione.