Leopolda esaurita, Renzi fa il pieno

Numeri da concerto rock a Firenze, dove Matteo Renzi ha convocato l'edizione 2019 del convegno alla Leopolda finendo costretto a lasciar fuori duemila persone, circostanza che ha causato anche qualche problema al traffico fiorentino attorno alla vecchia stazione. E' una prima volta quella dell'ex premier, che si presenta ai suoi da leader di un nuovo partito, Italia Viva, con il Pd che è ormai un'esperienza passata: “Davanti a questa esplosione di entusiasmo – ha scritto l'ex premier poco prima del via – sono commosso e senza parole. Due ore prima dell'inizio la Leopolda 10 scoppia di gente. È bellissimo! Cerchiamo di far entrare tutti”. Non ci riesce ma l'adunanza è comunque importante: ci sono i compagni d'avventura come Roberto Giachetti e qualche ex alleato come Simona Bonafè, in un clima di entusiasmo crescente fra i fedelissimi dell'ex segretario dem: “Renzi vuol far cadere il governo? L'abbiamo fatto partire un mese fa, se lo facciamo cadere dopo un mese ti ricoverano per schizofrenia”.

Nodo Quota 100

In replica a chi pronosticava una Leopolda poco partecipata, Renzi si mostra soddisfatto: “Se dieci anni fa ci avessero detto che la Leopolda è troppo piccola ci avrebbero perso per matti, invece oggi dimostriamo che c'è un popolo e che se non fate i conti con questo popolo vivo, vero, sono problemi vostri… Questo della Leopolda è un popolo che c'è, fatevene una ragione. Dicevano che sarebbe stato un flop: figuriamoci se veniva gente…”. Finiti i preamboli, l'ex premier va dritto al punto che, in questo caso, è il governo giallorosso che Italia Viva ha appoggiato. E dopo la battuta inziale, ripercorre le ultime tappe della politica italiana: “Questo è un luogo di libertà, c'è tanta gente libera, che vuol provare a fare politica perchè non ne può più del populismo… Se lanciamo delle idee non potete dirci che sono ultimatum: gli ultimatum li lanciano i populisti, se non si capisce la differenza vuol dire arrendersi al populismo“. Il riferimento è alla bagarre su Quota 100, che ha tenuto banco attraverso il confronto a distanza con il premier Conte che, sul tema della Manovra, deve guardarsi anche dal Movimento 5 stelle, con Di Maio convinto che “senza di noi non si va da nessuna parte. La lotta all'evasione parta dai pesci grossi, no all'accanimento sui commercianti. Se mancano risorse prenderle dalle concessioni”. Una linea non troppo difforme da quella di Renzi ma con un “abbiamo fiducia in Conte” di incoraggiamento per i giorni che verranno.