Legge elettorale, c’è l’accordo tra Renzi e Berlusconi

“L’impianto dell’accordo è oggi più solido che mai”: questa la prima dichiarazione affidata a un comunicato al termine del faccia a faccia di oggi tra Renzi e Berlusconi. L’ex Cavaliere è arrivato con un’ora d’anticipo rispetto all’orario previsto, ma con in tasca l’ok del suo partito sul proseguimento del patto del Nazareno. L’accordo sulla legge elettorale c’è, perché “anche su fronti opposti maggioranza e opposizione potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte le istituzioni”, si legge nella nota congiunta.

C’è intesa dunque, ma non tutte le distanze sono state colmate, e per quanto riguarda Renzi, nel conto vanno messe anche le critiche interne al Pd. Il nodo più duro da sciogliere resta la soglia di sbarramento al 3%, che invece fa contento l’Ncd di Alfano. Ma c’è convergenza sul premio di maggioranza al 40% anche se non sull’attribuzione dello stesso alla lista piuttosto che alla coalizione. Si registra anche l’accordo sui capilista bloccati nei collegi (che saranno cento).

Ad ogni modo “le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sull’attribuzione del premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula del Senato sull’Italicum entro dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015″.

Restano le divergenze interne al Partito del premier che nel pomeriggio aveva convocato la direzione per la sera stessa. Circostanza che ha spinto Civati e D’Alema ad annunciare in un primo momento la loro assenza. Di fatto però entrambi hanno preso posto al tavolo ed entrambi hanno manifestato la loro contrarietà all’accordo. Soprattutto sui metodi (Civati ha parlato di scarso preavviso), ma anche nel merito di alcune questioni come i cento capilista bloccati.

Il presidente del Consiglio però non sembra prestare attenzione ai mal di pancia della sinistra del partito, e ha chiarito di non aver bisogno di alcun mandato. “Ho deciso di tornare in direzione perché tutti i passaggi li abbiamo fatti in direzione, indipendentemente che stasera si decida di ratificare la mia relazione con un voto o meno. Se non votiamo non cambia niente perché la direttrice di lavoro è esattamente nel solco dei mandati avuti”.

Molto più disteso il clima dalla parte opposta: “Dal nuovo incontro tra Berlusconi e Renzi emerge la funzione collaborativa e critica di un partito come Forza Italia, forte della sua ritrovata unità  di intenti – ha spiegato  a Radio1 il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto – Aver concordato con Renzi solo parte delle sue proposte, è perfettamente in linea con il
senso di responsabilità istituzionale che ha caratterizzato il patto del Nazareno”.