Lega-M5s, è scontro aperto

Non fa presa l'invito di Conte a Salvini. Anzi, la Lega prova addirittura l'accelerata e presenta in Senato una mozione di sfiducia nei confronti del premier che, solo qualche ora fa, aveva invitato il leader del Carroccio a portare la crisi in Parlamento e, soprattutto, a spiegarla agli italiani. Il vicepremier, che da Pescara ha già lanciato la sfida per togliere il prefisso “vice” dalla parola che identifica la carica, in un certo senso lo ha fatto: “Troppi no fanno male all'Italia – precisa la Lega – che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”. Quell'epiteto, “governo dei no”, che il premier ancora in sella, Giuseppe Conte, ha detto chiaramente di non voler più sentire. Perché “questo governo non era in spiaggia, era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera, nel rispetto degli italiani”. Un messaggio che, a quanto pare, non ha fatto desistere la Lega dall'imprimere la svolta che porterà al voto. Intanto, la giornata post-scossone politico ha prodotto qualche effetto: Senato e Camera hanno convocato infatti la conferenza dei capigruppo rispettivamente per lunedì 12 e martedì 13. Appuntamenti dai quali si dovrebbe capire qualcosa di più.

Lo scenario

Un'accelerazione, quella di Salvini, che deriva probabilmente da ragioni che non riguardano solo i sondaggi favorevoli: Di Maio, a crisi appena ufficializzata, ha di fatto sfidato la Lega a presentarsi in Aula per l'ultimo step necessario all'approvazione della legge sul taglio dei parlamentari. Una prova che, vista la mozione di sfiducia presentata a strettissimo giro, Salvini non sembra intenzionato ad affrontare, consapevole che un eventuale ok definitivo farebbe slittare le elezioni almeno di sei mesi. Circostanza che non dovrebbe verificarsi anche perché i tempi dell'allestimento delle urne li decideranno i leader di Camera e Senato. Con quale premier si arriverà a quel giorno non è ancora chiaro: il Capo dello Stato potrebbe decidere di proseguire con Conte ma anche optare per un traghettatore (fiducia o meno). Al momento, non è previsto nessun incontro fra il premier e il Presidente Mattarella.

Verso il voto

Sicuramente, a schieramenti non ancora definiti, la Lega appare al momento un partito in grado di fare bottino pieno, anche svincolato dal Centrodestra. A fornire un'alternativa, assieme a un Movimento 5 stelle che deve fronteggiare però la crisi in prima persona, potrebbe essere il Partito democratico di Nicola Zingaretti. Anche lì, però, la situazione interna continua ad apparire incerta: dopo l'ufficialità della crisi, il segretario dem ha lanciato un messaggio di unità a Renzi, invocando una comunione di intenti per fornire un'opzione credibile agli italiani. Segno, però, che qualcosa da sistemare in seno al partito ancora sembra esserci.

Scontro totale

Nemmeno il tempo di entrare in clima di crisi che i toni politici hanno già assunto contorni da agguerrita campagna elettorale. Salvini mette nel mirino possibili alleanze tra gli ex compagni del contratto di governo e altre forze politiche (Pd, con nome ipotizzato addirittura quello di Matteo Renzi), alzando subito le barriere su possibili governi alternativi: “Mi auguro che nessuno stia pensando di prendere in giro gli italiani, di tirarla in lungo e di inventarsi un governo che sarebbe inaccettabile per la democrazia”. E si sbilancia in dichiarazioni da clima elettorale, promettendo “un governo che durerà cinque anni a colpi di sì. Non di elemosina o assistenza. Il governo dei 'signor no', fa parte del passato. Ora guardiamo al futuro”. Immediata e dura la replica del leader pentastellato: “Caro Salvini stai vaneggiando, inventatene un'altra per giustificare quello che hai fatto, giullare. Questa di Di Maio-Renzi è una fake news di Salvini per nascondere il tradimento del contratto di governo e del paese”. Interviene anche Davide Casaleggio: “Salvini sta giocando d'azzardo con la vita degli italiani per un (presunto) tornaconto personale, ma soprattutto perché non vuole tagliare le poltrone dei parlamentari”. A ogni modo, l'atteggiamento di Salvini non ha convinto nemmeno parte del Centrodestra. A suonare l'allarme è Fratelli d'Italia, con la leader Giorgia Meloni critica sulla presunta volontà di Salvini (forte dei numeri forniti dai sondaggi) di correre da solo: “Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo, perché vogliamo essere chiari, siamo la forza più coerente, siamo concreti e affidabili”. Questo prima che il leader leghista rivedesse in parte le sue dichiarazioni: “Non si è deciso nulla se correremo da soli. Abbiamo un'idea di Italia per i prossimi cinque anni che sottoporremo a chi la condivide con noi”.