La Francia ci ripensa sui migranti della Sea Watch

Prosegue il confronto a distanza fra il governo italiano e quello francese. L'ultimo capitolo di una querelle che ieri ha portato Parigi a richiamare il proprio ambasciatore a Roma riguarda i migranti della Sea Watch 3, sbarcati a Catania la scorsa settimana.

Dietro front

L'accordo per l'approdo dell'imbarcazione in Italia prevedeva la ripartizione delle persone trasportate fra più Paesi, ma ora, riferisce il Viminale, la Francia sembra averci ripensato. Parigi, ha fatto che “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l'Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni Paesi africani a partire dal Senegal”. “Ora – sottolineano le stesse fonti – ci si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano”. 

Il ritiro

Capitolo ambasciatore: il ritiro, ha spiegato il portavoce del governo transalpino Benjamin Griveaux è un segnale” e non sarà “permamente”. L'Italia è “un alleato storico” di Parigi e “uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea“, ha aggiunto Griveaux, che ha voluto sottolineare come il “dialogo” tra le due nazioni non si sia “mai interrotto”. Griveaux ha preso atto della “disponibilità” al dialogo mostrata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha voluto sottolineare che “c'è un capo del governo in Italia, ed è il signor Conte”, che il presidente francese, Emmanuel Macron, ha “incontrato diverse volte“.

La posizione del premier

Proprio il premier sembra quanto mai stretto fra l'incudine e il martello. Fra la necessità di mediare nella difficile situazione, rassicurando contestualmente il Quirinale, e quella di portare avanti la linea del Movimento 5 Stelle, a pochi mesi dalle Europee.  Ma ripercussioni si sono già viste, come a Cipro, dove è stato evidente il gelo con Macron. Conte non molla il vicepremier Luigi Di Maio, non lo ha sconfessato, e per provare a ricucire ha giocato ancora la carta della distinzione tra relazioni tra partiti e tra governi. La dichiarazione alle telecamere – nella quale ha speso parole rassicuranti sull'amicizia di lungo corso fra Roma e Parigi – è arrivata dopo un lungo briefing con il suo staff nell'aeroporto di Beirut. In serata, il Consiglio dei ministri – assente Matteo Salvini, impegnato in Abruzzo nella campagna elettorale – è diventata l'occasione per il premier e il vicepremier M5s, per un confronto proprio sul dossier francese. Un dossier sul quale, dal punto di vista dei contenuti, Conte non ha mai manifestato divergenze sulle istanze – a cominciare dal ripensamento dei meccanismi di accoglienza – di M5S e Lega. Ma con toni ben diversi. Gli stessi che, a dicembre, hanno permesso al premier di ottenere il via libera dell'Ue alla manovra.