La Cei: “Mai più politica sulla pelle dei poveri”

Si è risolto da poco il caso della nave Diciotti e dei suoi 177 migranti, ancorati al porto di Catania per 5 giorni dopo averne trascorsi altrettanti in mare, eppure la scia di commenti e pareri è ancora nel vivo. Fra gli enti che hanno sciolto l'impasse e accolto parte di quanti erano imbarcati sulla nave della Guardia Costiera anche la Conferenza episcopale italiana (Cei), la quale ha dato la disponibilità per accogliere 100 persone e, attraverso le parole del portavoce Ivan Maffeis, riportate nel corso di un'intervista a 'SkyTg24', ha espresso la sua contrarietà a quanto accaduto: “Non si può far politica sulla pelle dei poveri. Il rischio di strumentalizzarli anche laddove giustamente si chiede una risposta corale e condivisa rimane veramente alto. Il governo ha usato queste persone per forzare l'Europa ad una risposta, che si è rivelata alquanto parziale, alquanto debole”.

“Non bastava un appello”

Maffeis ha spiegato che se l'Unione ha mancato nell'offrire il suo supporto all'Italia, è anche vero che, dopo cinque giorni di attesa, si era “deciso di entrare in una situazione di stallo che era ormai diventata insostenibile per tutti. Vedere queste persone su una nave italiana attraccata sulle nostre coste e impossibilitate a scendere era una situazione intollerabile anche dal punto di vista umanitario”. Per questo, presa coscienza di quello che sembrava “uno stallo quasi insuperabile, era necessario da parte nostra non limitarci a fare un generico appello, ma aprire le porte”. Di qui la decisione di accogliere la maggior parte dei migranti, dopo che solo Irlanda e Albania avevano dato la propria disponibilità.

La risposta di Di Maio

Nel frattempo, continua a montare la polemica politica, con il vicepremier Di Maio che sostiene il suo collega Salvini (indagato dalla Procura di Agrigento in relazione al caso Diciotti) ricordando però di non lanciare attacchi alla magistratura, mentre l'opposizione (Pd in primis) continua a esercitare pressione. Sempre a 'SkyTg24', il ministro dello Sviluppo economico ha spiegato che “se la Cei si prende in carico la gestione significa che non graveranno sulla spesa dei cittadini italiani per il sistema di accoglienza”. E, in risposta alla situazione di impasse degli ultimi giorni, ha sostenuto che “la nave Diciotti viene descritta come un lager, ma il vero lager è il Cara di Mineo, che prima chiude e meglio è. Rispetto alla posizione iniziale gioveranno di un sistema di accoglienza di qualità maggiore”. In merito all'affermazione di Maffeis, Di Maio ha spiegato di non fare politica sulla pelle dei migranti e che “il nostro primo obiettivo, come Guardia costiera, è stato andare a prendere in acque maltesi quei disperati. Quando arriverà un’altra nave, come sempre li aiuteremo. Ma gli altri Paesi, anche quella volta, dovranno dimostrare di volerci dare una mano. Siamo una piattaforma sul Mediterraneo e abbiamo diritto a un aiuto rispetto a tutti gli altri che hanno coste piccolissime”. E affonda sull'Europa: “Abbiamo provato la linea morbida e non ha funzionato, inizia la linea dura. D’ora in poi, se funziona così il loro sistema di solidarietà, non daremo più un euro. E per quanto mi riguarda, si pone il veto sul bilancio europeo finché le cose non cambiano”.