La Cassazione rigetta il ricorso della Lega

La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Lega contro l'ordinanza con cui la con cui la Corte d'appello di Genova aveva negato al Carroccio di partecipare al giudizio di secondo grado per il “caso fondi” in qualità di “soggetto terzo destinatario di un provvedimento di confisca”, estraneo al nostro ordinamento. 

Il ricorso 

La Lega riteneva di poter prendere parte al giudizio contro Umberto Bossi, Francesco Belsito e 3 ex revisori dei conti in quanto soggetto passivo del sequestro di 49 milioni di euro disposto dai giudici liguri. Strategia processuale che, se andata a buon fine, le avrebbe consentito di intervenire nel merito per opporsi alla condanna e alla confisca. Gli avvocati della Lega, in particolare, basavano la loro richiesta sulla giurisprudenza della Corte di Strasburgo sul caso legato all'ecomostro di Punta Perotti, lamentando una violazione dell'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In base a questa statuizione, sostenevano i legali di via Bellerio, è “stato enunciato il principio che un provvedimento di confisca applicato a chi non è parte nel processo penale in cui è disposta la misura è da ritenersi emesso in violazione dell'articolo 7″. 

“No” di piazza Cavour

Ma per gli “ermellini” i diritti della Lega non sarebbero stati violati dall'ordinanza pronunciata lo scorso 15 giugno. Di conseguenza il Carroccio, che è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali, dovrà assistere al giudizio dall'esterno, senza alcuna prerogativa processuale di merito.