Job Act: il governo prepara la riforma dell’art 18

Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio per le nuove assunzioni. E’ questa la novità introdotta dall’emendamento proposto dal governo sul Job Act e in particolare all’articolo 4 della legge delega sul mercato del lavoro. Il testo è stato presentato stamattina alla commissione Senato. Una disposizione che, di fatto, permetterebbe il superamento dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, una delle norme che più hanno impegnato i diversi esecutivi susseguitisi negli ultimi 20 anni.

L’obbiettivo perseguito da Palazzo Chigi è quello di ridurre il numero dei contratti di lavoro. Se la modifica, che sarà votata domani dopo il parere della commissione Bilancio, dovesse passare il nostro sistema d’inserimento al lavoro cambierebbe radicalmente. Chi sottoscriverà un contratto a tempo indeterminato non avrà subito tutte le garanzie che questa tipologia negoziale comporta ma le acquisirà gradualmente. L’emendamento prevede, tra le altre cose, anche una retribuzione minima per i contratti a collaborazione continuativa (co.co.co.).

Maurizio Sacconi, relatore del provvedimento, ha espresso “piena soddisfazione” per il lavoro fatto è ha spiegato che con la delega c’è “la revisione delle tutele nel contratto a tempo indeterminato”. Per i neoassunti ci dovrebbe essere “un  indennizzo proporzionato all’anzianità, ma non il reintegro”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto al Direttivo di dare mandato alla segreteria per valutare iniziative di protesta e per aprire una discussione con Cisl e Uil per possibili forme di mobilitazione unitaria.