Inflazione stabile, scende la pressione fiscale

Più luci che ombre nel rapporto dell'Istat sui dati economici. Il primo dato riguarda l'inflazione: dopo la deflazione del 2016, un lieve calo dello 0,1%, si stima per l'andamento dei prezzi nel 2017 un aumento medio dell'1,2%. L'Istituto, rilasciando i dati provvisori, parla di “una chiara inversione di tendenza”, che consente di riagganciare il livello dei prezzi del 2013, ovvero di 4 anni prima. A fare la differenza sono i beni energetici (carburanti, luce e gas) e gli alimentari freschi (frutta e verdura). A dicembre l'inflazione resta stabile allo 0,9%, lo stesso valore già registrato a novembre, segnando un rialzo mensile dello 0,4%. A movimentare i listini mese su mese anche fattori stagionali. Si fa insomma sentire il cosiddetto “caro vacanza”. Così l'Istituto registra un'impennata, in termini congiunturali, del 27,3% per i prezzi dei voli, del trasporto aereo passeggeri.

Carrello della spesa e bollette

Nella media del 2017 il cosiddetto “carrello della spesa“, ovvero i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sale dell'1,5%, in decisa ripresa rispetto allo 0,1% dell'anno prima. A dicembre invece il rialzo si è fermato all'1,3% (più contenuto anche a confronto con novembre, +1,6%). Se i prezzi di benzina, diesel e gli altri carburanti nel 2016 erano risultati in discesa (-5,9%) nel 2017 sono invece tornati, ampiamente, in territorio positivo (+6,2%). Dinamica simile per i beni energetici regolamentati, quelli che vanno a finire nelle bollette (a +2,9% da -5,0%). Quanto ai prodotti per la tavola freschi, gli alimentari non lavorati, nel 2016 erano sì saliti ma solo dello 0,4% mentre lo scorso anno hanno segnato un rialzo del 3,6%. Sono queste “componenti più volatili” ad avere spinto i prezzi del 2017, spiegano dall'Istat. E dall'altra parte erano state le stesse voci ad affossare i listini l'anno prima.

Consumi

Rallenta la corsa dei consumi: nel terzo trimestre del 2017 la spesa delle famiglie sale solo dello 0,2% (il rialzo congiunturale più contenuto dall'inizio del 2016). E anche il risultato registrato su base annua (+2,5%) segna una frenata rispetto ai trimestri precedenti, seppure attestandosi su valori significativi.

Risparmio

Nel terso trimestre del 2017 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,5 punti percentuali, salendo all'8,2%. L'Istat rileva come il rialzo segua quattro cali consecutivi. L'aumento arriva quindi dopo un anno in discesa. Secondo l'Istituto, c'è anche “una crescita significativa” del reddito disponibile delle famiglie, aumentato nel terzo trimestre del 2017 dello 0,7% e del 2,1% su base annua. Lo stesso vale per il potere d'acquisto, salito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dell'1,1% in termini tendenziali. In altre parole, non tutto il guadagno è stato speso. E così una fetta è andata a rimpinguare le casse domestiche. Infatti, la propensione al risparmio altro non è che il rapporto tra il risparmio lordo e il reddito lordo disponibile.

Deficit

L'indebitamento netto in rapporto al Pil nel terzo trimestre del 2017 è stato pari al 2,1%, a fronte del 2,4% nel corrispondente trimestre del 2016, segando così un “miglioramento” di 0,3 punti percentuali. Complessivamente, nei primi tre trimestri si è registrato un deficit pari al 2,3% del Pil, anche qui “in miglioramento” di 0,2 punti sullo stesso periodo dell'anno precedente, così da toccare il valore più basso dal 2007 (sempre guardando ai primi nove mesi).

Pressione fiscale

Nel terzo trimestre del 2017 in Italia la pressione fiscale è stata pari al 40,3%, in riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'Istat spiega che si tratta del valore più basso dal 2011. Anche il dato relativo ai primi nove mesi del 2017, pari al 40,2%, è il più contenuto da sei anni.