Incarico a Cottarelli

Il presidente della Repubblica ha conferito a Carlo Cottarelli l'incarico a formare il nuovo governo. L'economista, come da prassi, ha accettato con riserva. Il colloquio tra il capo dello Stato e l'ex commissario straordinario per la Spending Review è durato più di un ora. 

Sconfitto in partenza

Quello di Mattarella è un tentativo che, numeri alla mano, sembra destinato a fallire. L'esecutivo del presidente (con il no alla fiducia di leghisti e pentastellati) non otterrà mai la fiducia. Il suo obiettivo sarà, pertanto, quello di calmierare i mercati e di svolgere gli affari correnti sino alle nuove elezioni, da svolgersi in autunno. Il tutto, ovviamente, dopo aver svolto le sue personali consultazioni per individuare gruppi parlamentari pronti a sostenere un governo di minoranza. Ed è qui che si gioca una delicata partita politica, specie nel centrodestra.

Ira Salvini

Matteo Salvini, intervenendo a “Circomassimo” su Radio Capital, ha inviato un chiaro monito a Silvio Berlusconi e a Forza Italia. “Se votano Cottarelli addio all'alleanza – ha avvertito – la nota di ieri sera era la stessa di Renzi e del Pd”. Il leader del Carroccio si spinge oltre, non escludendo future inteste col M5s. “Vedremo, valuteremo sui progetti. Ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Savona? Non uso il suo nome a vanvera ma abbiamo trovato una persona che se volesse potrebbe essere con noi. Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme”. Sulla decisione di Mattarella, Salvini si è chiesto: “Mi interessa capire che fa il Presidente della Repubblica, Cottarelli chi lo vota? Non ha dato l'incarico al centrodestra perché non aveva i voti e ora arriva il signor Cottarelli senza i voti?”. Quanto a Savona “era il meglio non leghista, non grillino, che ci avrebbe garantito grandi risultati in Europa, nessun altro avrebbe avuto lo stesso successo. Giorgetti non avrebbe avuto lo stesso peso in Europa, lo sa lui e lo so io. Savona sarebbe stato un perno attorno al quale costruire il governo”. Nel programma, ha ribadito, “non c'era l'uscita dall'euro, non era nei nostri programmi, né in quelli di Savona. C'era solo una revisione del sistema bancario e delle tasse”. Sull'ipotesi di una messa in stato d'accusa di Mattarella, Salvini ha preso tempo: “Io le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho, devo vedere, devo studiare”.