Il Senato vota la fiducia: 166 sì

Passa la fiducia alla Manovra in Senato, con 166 voti a favore e 128 contrari. Un via libera incassato dal governo al termine di una giornata turbolenta, con liti e tensioni in aula prima che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, avanzasse la richiesta della fiducia al maxiemendamento. Al centro della discussione, la norma sulla cannabis light dichiarata inammissibile dalla presidenza del Senato. Due esponenti del M5S hanno chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata frutto della “pressione della sua parte politica”. La presidente ha replicato spiegando che è stata una “decisione meramente tecnica”, aggiungendo: “Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”. Ad essere giudicata inammissibile anche la cosiddetta Tobin Tax, la tassazione delle transazioni finanziarie online prevista allo 0,04%; c’è poi lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l'energia.

I tempi della legge di bilancio

Erano quasi mille le norme da vagliare e riguardavano i temi più diversi: dalle realtà locali, alla plastic e sugar tax, passando per la tassa sulla fortuna; dai ritocchi alle accise sui carburanti alle misure legate alla riscossione degli enti locali. Dopo il Senato, toccherà alla Camera dare il via libera, ma a questo punto il tempo rimasto sarà molto poco e sarà difficile incidere nel merito. Non c’è infatti lo spazio pratico per riaprire il dossier senza voler mettere a rischio i conti pubblici con l'esercizio provvisorio. Una scelta che è costata una lunga mediazione all'interno delle forze politiche e che si annuncia oggetto di nuove polemiche con le minoranze. La Lega ha già annunciato di voler ricorrere alla Consulta, così come fece lo scorso anno: la strada imboccata da maggioranza e governo – è l'accusa – ha esautorato totalmente una Camera dei propri poteri.