IL MEA CULPA DI GRILLO: “NEL 2013 NON ERAVAMO PRONTI, ABBIAMO IMBARCATO CHIUNQUE”

Autocritiche arrivano da Grillo: “noi non eravamo pronti nel 2013 – dice – abbiamo incamerato chiunque dentro”. Come racconta il Corriere della Sera, dopo essersi fatto un giro alle mostre virtuali sui dieci anni di storia del meet up di Brescia, il comico saluta i presenti ricordando il suo primo post sul blog, ovvero “scritto in mutande da casa”, e guardando al futuro del movimento: “I meet up – tuona dal palco – faranno proteste e manifestazioni coordinate in diverse città”.

Grillo torna alla base. I toni sono sempre gli stessi. “Siamo in una dittatura”, tuona dal palco. Ma, in attesa della festa a Cinque Stelle di Imola a ottobre, sceglie di celebrare i dieci anni di uno dei meet up più longevi, quello di Brecia, per dare un messaggio netto ai suoi che in parlamento sbandano, perdono pezzi e non concludono niente. Ad accoglierlo ci sono un migliaio di persone. Numeri ridotti per il comico che, però, si è presentato a sorpresa per tornare a stringere il legame con il territorio, stratagemma che il M5s aveva perso negli ultimi mesi, andando avanti solo grazie ai Tour di Grillo.

Se il comico preferisce temi amarcord, Luigi di Maio va dritto al cuore del dibattito politico. Così dopo aver fatto il resoconto delle proposte dei Cinque Stelle in parlamento, replica in tutto e per tutto alla politica portata avanti da Matteo Renzi. “Le unioni civili? Io non ho capito qual è la posizione del premier – attacca – quando va al Meeting di Rimini dice una cosa, quando viene intervistato un’altra. Se le unioni civili devono essere un baratto per tenere in piedi il governo, noi ci tiriamo fuori”. Stessi toni anche sui temi economici: “La produzione industriale è calata a giugno e luglio e i disoccupati sono aumentati di 55mila unità. Renzi racconta favole, come dimostrano i dati falsati del ministero del Lavoro”. Di Maio non molla nemmeno sull’emergenza immigrazione: “Le idee di Renzi sul diritto d’asilo entrano già contenute nella mozione di Manlio di Stefano, approvata quasi all’unanimità dalla Camera”. E conclude: “Il problema è che quello che dice Renzi non corrisponde mai ai fatti. Noi non abbiamo visto fare niente ne’ al premier ne’ alla nostra ministra degli Esteri dell’Unione Europea: che fine ha fatto? È scomparsa in un momento in cui doveva difendere l’Italia”.