Il M5s rischia lo strappo

Il dl sicurezza rischia di trasformarsi in una partita decisiva per il Movimento 5 stelle, alle prese con un alto rischio di frattura nel caso dovesse rendersi necessario un voto di fiducia. A lanciare la sfida, al termine della Commissione affari costituzionali del Senato sul dl sicurezza, è la senatrice Paola Nugnes la quale, annunciando la sua assenza alla riunione convocata dal vicepremier (e capo politico M5s) Luigi Di Maio, ha ribadito di voler “votare contro questo provvedimento, partito male, ma nel caso di un'eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi”. La senatrice Nugnes, come gli altri parlamentari pentastellati dissidenti, rischierebbero l'espulsione in caso di voto contrario, circostanza che comunque non sembra preoccuparla: “Non votai lo statuto M5s, prendo atto che viene usato contro il regolamento del Senato e contro la Costituzione. Io mi sento parte del gruppo M5s, ma se non vuole rispettare la Costituzione e il regolamento stesso di Palazzo Madama, dovrò prendere atto di una trasformazione del Movimento. Ma – ha concluso – non dipende da me”.

Rischio rottura

Dal vertice congiunto indetto da Di Maio, previsto per le 21.30, potrebbero dipendere buona parte delle posizioni M5s sulle questioni Tap e dl sicurezza e, in virtù di questo, il richiamo all'ordine vale anche e soprattutto per i parlamentari dissidenti, all'ultimo appello per rientrare nei ranghi e allinearsi alla visione del governo su tali dossier. A ogni modo, la rottura tra Nugnes e Cinque stelle, al di là delle espulsioni paventate dal capogruppo al Senato Stefano Patuanelli (“Se verrà posta la fiducia e non la votano sono fuori”), sembra ormai più di una possibilità: “Siamo fuori tempo massimo per parlare del decreto sicurezza – ha detto all'Adnkronos – e per cercare un modo di partecipare e collaborare”. “Io – ha detto ancora – sono portatrice della visione originaria, iniziale, del movimento e non condivido questa sua trasformazione alla quale sto assistendo”.

L'appello di Conte

Intanto, l'appello all'unità arriva anche dal premier Giuseppe Conte, atteso da un vertice altrettanto importante con Tria e i vertici del Mef sulla Manovra: “Le osservazioni critiche sono le benvenute – ha detto il presidente del Consiglio da Nuova Delhi – ma occorre una sintesi e chi si riconosce nella maggioranza deve assumere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità. E' necessario attenersi al contratto di governo se un provvedimento si radica in quello che è previsto nel contratto, a un certo punto bisogna tirare le fila”.