Il governo blinda il decreto Ilva. Più di 4 mila persone in solidarietà

Il governo Renzi chiede la fiducia numero 34 per assicurarsi il passaggio del decreto Ilva. Il provvedimento ha creato i presupposti perché la grande industria di Taranto possa ottenere circa 1,8 miliardi di euro ai quali vanno a sommarsi i 260 milioni di riapertura delle linee di credito decise nei giorni scorsi da Intesa Sanpaolo e Unicredit. “Abbiamo lavorato a un testo che affronta un argomento importante per il nostro Paese e cioè coniugare il diritto al lavoro, il diritto alla salute ed il diritto a vivere in un ambiente più pulito” ha spiegato il relatore Albert Laniece, mentre il relatore Salvatore Tomaselli ha sottolineato che, grazie ai cospicui fondi che potranno arrivare nelle casse Ilva, “ora è possibile garantire la continuità produttiva e occupazionale e il processo di risanamento ambientale”.

In attesa che il polo riparta, dopo un incontro azienda-sindacati, arriva la notizia della prosecuzione dei contratti di solidarietà per altri 12 mesi, con la nuova intesa che dovrebbe prendere il via il prossimo 2 marzo: l’ammortizzatore dovrebbe riguardare oltre 4.000 persone solo a Taranto. La solidarietà è anche determinata dalla decisione dell’azienda di anticipare al 19 marzo lo stop dell’Altoforno 5 (il più grande d’Europa) che dopo 25 anni di servizio deve essere ristrutturato anche per osservare le prescrizioni del Piano Ambientale. Contemporaneamente è  previsto per l’1 agosto la ripresa della produzione dell’altoforno 1, fermo dal 2012 che, secondo fonti aziendali comporterà un incremento della produzione della ghisa giornaliera in grado di avvicinarsi a quella dell’altoforno 5. Il testo approdato in Aula prevede fondi derivanti per 156 milioni da Fintecna, 1,2 miliardi dallo sblocco dei fondi sequestrati ai Riva e 400 milioni di finanziamenti con garanzia dello Stato che i commissari possono ora ottenere da Cassa Depositi Prestiti.