IL CASO PENSIONI VENERDI’ IN CONSIGLIO DEI MINISTRI

Sarà il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo a sciogliere il rebus sul rimborso degli arretrati delle pensioni. Una mossa resa necessaria dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato la norma Fornero inserita all’interno del Salva Italia del governo Monti. Bruxelles ieri ha ufficialmente inserito il dossier all’interno delle raccomandazioni da indirizzare al nostro Paese, preoccupata dall’impatto sui conti pubblici che la pronuncia della Consulta potrebbe avere. La linea dell’esecutivo è quella di provvedere a garantire la stabilità del bilancio statale senza alzare le tasse e rispettando, nel contempo, quanto stabilito dal giudice delle leggi.

L’operazione, come annunciato da Pier Carlo Padoan ufficialmente, avverrà sia per il passato che per il futuro basandosi su una distinzione per fasce di reddito che, alla fine, dovrebbe presentare un conto non troppo salato. Non quanto, almeno, ipotizzato nei giorni a ridosso della sentenza della Corte. Le risorse necessarie saranno sicuramente inferiori a 5 miliardi, probabilmente più vicine ai 4. La suddivisione per scaglioni, rispettando comunque i principi di equità e gradualità sottolineati dalla Consulta, permetterà infatti al Tesoro di risparmiare non poco e di rispettare i parametri di bilancio indicati nel Def. A partire dall’obiettivo di deficit programmatico al 2,6% ma anche tutto ciò che il deficit nominale si porta con sé in termini di pareggio di bilancio e deficit strutturale e di contenimento del debito.

Il tesoretto da 1,6 miliardi sarà dunque la base di partenza cui si aggiungeranno altre forme di copertura al momento ancora al vaglio rigoroso dei tecnici. Le opzioni messe a punto finora restano tutte sul piatto, ma più saranno le risorse individuate ed “bollinate” dagli esperti della Ragioneria generale dello Stato, più l’asticella degli adeguamenti potrebbe spostarsi man mano verso l’alto.