Il boss Giuseppe Graviano: “Berlusconi mi ha tradito”, la replica di Ghedini: “Illazioni”

Berlusconi quando ha iniziato negli anni ’70 ha iniziato con i piedi giusti, mettiamoci la fortuna che si è ritrovato ad essere quello che è. Quando lui si è ritrovato un partito così nel ’94 si è ubriacato e ha detto ‘Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato’. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore“. A parlare è il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano, intercettato dai pm durante una conversazione con un altro detenuto nel carcere di massima sicurezza di Ascoli Piceno.

Berlusca – prosegue Graviano – mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa. Lui voleva scendere però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ‘ci vorrebbe una bella cosa’”. Frase che i pm interpretano come la necessità di un gesto forte in grado di sovvertire l’ordine del Paese. Poco dopo, infatti, il boss al 41 bis fa riferimento alle stragi del ’93. “No che era la mafia, loro dicono che era la mafia – racconta -. Allora il governo ha deciso di allentare il 41 bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450″, cioè i 450 mafiosi cui nel 1993 fu revocato il carcere duro.

“Al Signor Crasto (cornuto, ndr) gli faccio fare la mala vecchiaia” aggiunge Graviano sempre alludendo, secondo i pm, a Berlusconi colpevole di averlo abbandonato. “Sa che io non parlo – prosegue – perché sa il mio carattere e sa le mie capacità …pezzo di crasto che non sei altro, ma vagli a dire com’è che sei al governo, che hai fatto cose vergognose, ingiuste“. “Tu lo sai – dice al co-detenuto – che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta … alle buttane glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso … e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto niente. Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi“.

Le parole di Graviano sono finite agli atti del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, per la quale il boss è indagato, e dimostrerebbero, secondo i magistrati, che tra le condizioni messe dalla mafia alle istituzioni per fare cessare le stragi c’era un allentamento del carcere duro. Graviano ricorda il suo periodo al 41 bis a Pianosa: “Pure che stavi morendo dovevi uscire e c’era un cordone, tu dovevi passare nel mezzo e correre. Loro buttavano acqua e sapone. Andavano alleggerendo del tutto il 41 bis …se non succedeva più niente, non ti toccavano, nel ’93 le cose migliorarono tutto di un colpo“.

“Quella notte – continua riferendosi probabilmente alle bombe di Milano del ’93 – si sono spaventati, temevano il colpo di Stato e lui se n’è andato subito a palazzo Chigi assieme ai suoi vertici (lui è l’allora premier Ciampi, ndr). Loro non volevano nemmeno resistere, avevano deciso già di non resistere al colpo di Stato“.

Nella conversazione il boss confida al co-detenuto di aver avuto un rapporto sessuale con la moglie mentre era in regime di 41 bis. Alla donna sarebbe stato permesso di entrare nell’istituto di pena e stare col marito. E’ lo stesso Graviano a raccontarlo, salvo poi attenuare la versione iniziale. “Dormivamo nella cella assieme – racconta – mio figlio è nato nel ’97 ed io nel ’96 ero in mano loro, i gom (gli agenti di polizia penitenziaria ndr)”. “Ti debbo fare una confidenza – prosegue il boss – prima di nascere il bambino, prima di incontrarmi con mia moglie, siccome una cosa del genere mi era successa in altre occasioni pure, io ho detto ‘no ci devo provare‘. Io sapevo che doveva venire la situazione, io tremavo… e dormivamo nella cella assieme. Cose da pazzi, tremavo. Quando è uscita incinta mi è finito quel tremolizzo, l’ansia che avevo”.

Le intercettazioni, rese note solo oggi, sono state oggetto di un interrogatorio reso davanti ai Pm. Graviano si dice “distrutto fisicamente e psicologicamente con tutte le malattie che ho perché da 24 anni subisco vessazioni denunciate alla Procura, entrano in stanza mi mettono tutto sottosopra … mentre cammino perdo l’equilibrio e mi è stata diagnosticata una patologia per la quale perderò la memoria. Nella mia cella il sole viene due mesi l’anno, è un posto invivibile d’estate e d’inverno”. Poi decide di avvalersi della facoltà di non rispondere ai pm che continuano a chiedergli chiarimenti su quanto detto al co-detenuto, specie nei confronti di Berlusconi.

Netta la presa di posizione di Niccolò Ghedini, storico legale dell’ex Cav che vede dietro l’uscita di queste conversazioni una strategia politica atta a indebolire Forza Italia e Berlusconi. “Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano, depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni, vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente al Presidente Berlusconi – spiega il difensore in una nota -. Tale interpretazione è all’evidenza destituita di ogni fondamento non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano. Ogni illazione in proposito troverà adeguata risposta nelle sedi competenti. Che, del resto, il Presidente Berlusconi sia totalmente estraneo a fatti consimili è stato già ampiamente dimostrato in più sedi giudiziarie. È comunque doveroso osservare come ogni qual volta il Presidente Berlusconi sia particolarmente impegnato in momenti delicati della vita politica italiana e ancor più quando si sia nella imminenza di scadenze elettorali, si vota domenica in oltre 1000 comuni, appaiano nei suoi confronti notizie infamanti che a distanza di tempo si rivelano puntualmente infondate ed inesistenti ma nel frattempo raggiungono lo scopo voluto“.