Grillo: “Per un'Italia diversa ci serve più tempo”

Soltanto un'Italia diversa, che ricostruisce i suoi fondamentali investendo in infrastrutture e pulizia dei suoi mari, che decide quanta industria e quanto del suo splendore la ricostruiranno, uscirà dal degrado forchettone nel quale si è cacciata. Per fare questo dobbiamo ricominciare dall'inizio, non siamo una di quelle aziende che vi ristruttura il cesso in quattro ore. Chi vive e parla deve riprendere da capo la nostra storia. Se non manterremo noi, per primi, la promessa di essere biodegradabili, non avremo fatto nessuna differenz(iat)a”. Beppe Grillo torna a parlare pubblicamente e lo fa attraverso una lettera al Fatto Quotidiano.

Propaganda anti M5s

Il fondatore del M5s accusa i media di una “propaganda mainstream contro il movimento, una narrazione che ha determinato la sistematica distorsione della volontà popolare, talk show dopo talk show, falsità dopo falsità”. Grillo, poi si chiede, quale sia il futuro della sua creatura. “Siamo a una svolta storica di qualche tipo, oppure sarebbe stato sufficiente reperire uno Zingaretti qualsiasi e piazzarlo lì all'ultimo momento prima delle Europee? Offerto come uno straccio per cancellare la memoria degli ultimi anni insieme alla ragione che aveva portato molti italiani a scegliere noi”, scrive Grillo.

Strappo con la storia

“Non siamo nati per mettere delle toppe arricchendo appaltatori e sospetti topi notturni”, ha ricordato. “Il nostro futuro è il lavoro che servirà a riparare quello strappo con la nostra storia, l'essere saliti su di un ring dimenticando di mantenere, e rinforzare, il rapporto con chi ci ha proiettato su quel ring”.

Gli “alleati”

Poi la stoccata alla Lega: “”Sugli 'alleati di governo' non c'è nulla da dire, hanno semplicemente riempito lo spazio dei timori seminato da decenni di follie. Nulla importa se tanta gente dà loro fiducia nonostante un rapporto matematico fatti/parole che vuole più zeri dietro alla virgola del peso di una particella subatomica“. Il garante del M5s ha preso poi di mira la Tav e il pensiero unico, puntando il dito contro quei “dotti ragionamenti talmente sensati da rendere presentabile il paradosso che, se ci mettessimo a costruire delle piramidi, come il Tav, daremmo lavoro alle persone. Per costruire un buco lunghissimo che non serve adesso (e non è previsto che servirà mai), si muovono in tanti. È un altro Mose, ma ancora più assurdo e costoso, rifletteteci: è questo il percorso che deve fare un Paese indebitato? Persino il ponte sullo Stretto di Messina sarebbe una cosa più utile”.