Governo, il vertice non sblocca l'impasse sulla flat tax

Era atteso ma non è durato poi molto il vertice di Palazzo Chigi su temi economici. Il nodo resta la flat tax, o meglio, quali sarebbero le risorse alle quali attingerle per finanziarla, anche se il parterre di incognite che accompagnano il percorso verso la possibile manovra dei prossimi mesi sono diversi. Un dubbio che, al momento, sembra renda impossibile proseguire il discorso: il vicepremier Salvini, che sulla tassa piatta nella nuova manovra resta categorico, avrebbe affermato che la Lega presenterà a breve un programma per reperire i fondi necessari a coprire le spese, tali da consentire di applicare la riforma da lui fortemente voluta. Di fatto la parola finale di Salvini a questo vertice, poiché subito dopo è uscito per tornare al Viminale, lasciando ai cronisti all'esterno giusto una battuta per dire che il governo prosegue il suo lavoro in modo compatto, mentre i colleghi Conte, Di Maio, Tria, Fraccaro e Castelli proseguivano la riunione, fermata poi da Conte dopo un paio d'ore.

Situazione complicata

Salvini ha poi pubblicato un video su Facebook dai tetti del Viminale, a seguito del quale ha convocato un nuovo vertice, questa volta con i ministri della Lega, “un gruppo di amici con cui abbiamo messo a punto le nostre proposte”, indicando poi nel post su Instagram (accompagnato da una foto che ritrae i 7 ministri del Carroccio) le varie riforme (giustizia, sicurezza, scuola e università, ambiente). Sullo sfondo, però, resta la procedura d'infrazione e, nondimeno, le correzioni che l'Unione europea ha chiesto sia per il 2019 che per il 2020. Una situazione obiettivamente non semplice, considerando che tutto passerà dal necessario abbassamento del deficit e dal definanziamento delle misure. Una questione che, al momento, non presenta soluzioni concrete. E la flat tax è la prima a farne le spese visto che, secondo il ministro dell'Economia, varare una riforma come questa in stato di deficit sarebbe praticamente impossibile. Al tempo stesso, anche la proposta avanzata dallo stesso vicepremier leghista riguardo la pace fiscale sul contante ha più alimentato discussioni che raccolto consensi.