Gli italiani incassano gli 80 euro di Renzi ma non li spendono

Gli 80 euro in busta paga non hanno avuto effetti sensibili sui consumi nonostante il reddito delle famiglie sia salito dell’1,8% tra luglio e settembre. E’ la fotografia dell’Istat sui risultati del bonus contenuto nel decreto Irpef convertito in legge la scorsa estate. Non è stato sollecitato neppure il calo dei prezzi. Anzi, con la deflazione, l’ammontare della spesa in euro è scesa invece che crescere. Cresce, dunque, il potere d’acquisto ma questo non corrisponde a una maggiore propensione a sostenere l’economia. I maggiori incassi vengono, invece, devoluti al risparmio, in casa o in banca.

La capacità di spesa sale, quindi, dell’1,9% rispetto al trimestre precedente. Nei primi nove mesi del 2014 il rialzo dei consumi (+0,5%) ha coperto solo la metà della risalita del reddito. Il resto è finito dentro il materasso. Si conferma, dunque, la passione per il risparmio, salita del 10,8%, ai massimi dal 2009. All’incremento del reddito familiare, secondo l’Istat, non ha contribuito solo bonus ma anche il lavoro. Nel terzo trimestre l’occupazione aveva infatti dato segnali tutt’altro che negativi. La stessa cosa non si può dire, viste le ultime stime dell’Istat, per i mesi seguenti. Secondo gli analisti è possibile che gli italiani, per spendere il surplus, abbiano bisogno di più tempo e stabilità. Non decolla, fra l’altro, il mercato immobiliare che, nonostante il ribasso dei prezzi, è ai minimi dal 2001.