Giustizia: ministro e magistrati ancora distanti

Dopo il duro attacco dell’Associazione nazionale magistrati verso la riforma della giustizia del governo, arriva una nuova presa di posizione da ambienti giudiziari contro il premier Mattero Renzi. A polemizzare questa volta sono stati alcuni componenti del Csm che definiscono “irridenti”, “umilianti” e “irrispettose” le parole e i toni utilizzati dal premier per rispondere alle critiche arrivate dall’Anm sulla riforma della giustizia. “Brrr, che paura – era stata la replica di Renzi alla dura presa di posizione delle toghe – abbiamo contro sia Forza Italia che i giudici, mamma mia”.

Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha incontrato il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli e il segretario Maurizio Carbone per una discussione, durata circa un’ora, sulla riforma della giustizia e in particolare sul decreto per lo smaltimento dell’arretrato civile. “C’è la volontà di un confronto e un approfondimento sul nodo del taglio delle ferie che tenga presente la specificità dell’attività dei magistrati, ma resta fermo l’obiettivo di fondo per cui in una fase di crisi si chiede anche alla magistratura un sacrificio come alle altre categorie”.

“Abbiamo chiesto dei contributi anche sul testo sul civile – ha aggiunto il guardasigilli – che probabilmente lunedì sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e siamo aperti a ulteriori idee che possano rafforzare il provvedimento in sede di conversione”. Nell’incontro è stato affrontato anche il tema del taglio delle ferie dei magistrati, previsto proprio dal decreto sul civile. Tema che “non era stato sottoposto al confronto preventivo” con l’organizzazione delle toghe, ha ammesso il ministro. “Su questo tema ho avuto mandato dal governo ad approfondire” e per questo ci saranno ulteriori incontri con l’Anm. Ma “senza recedere dall’obiettivo di fondo: siamo pronti al confronto, ma nessun tabù”.

Nel frattempo è ancora aperta la partita sulle nomine per la Consulta. Potrebbero essere necessari i ‘supplementari’ per trovare un’intesa che, da parte di Forza Italia, è stata traballante fino all’ultimo momento. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte in a Montecitorio, Antonio Catricalà sarebbe ancora in pole position, pur restando in campo anche il senatore azzurro Donato Bruno. Sul nome dell’ex presidente dell’Antitrust, Forza Italia è rimasta in bilico per tutto il giorno. Quando ormai sembrava fatta su Luciano Violante e, appunto, Catricalà, proprio a ridosso della prima chiamata durante la seduta comune del Parlamento, c’era stato un cambio di scenario.