Genova, la protesta degli sfollati in Regione

Una seduta non facile quella congiunta del Consiglio regionale e comunale di Genova, riunita nella sede della Regione per discutere della demolizione del Ponte Morandi e di quella conseguente delle case del lato est. I cittadini genovesi, per la prima volta dopo la sciagura del 14 agosto scorso, hanno alzato la voce nei confronti delle istituzioni, presentandosi in gran numero ai cancelli del palazzo sede del Consiglio misto in un clima di forte contestazione, al grido disperato di “rispetto”. Alcuni momenti di tensione si sono registrati quando gli addetti alla sicurezza avevano impedito ai cittadini di entrare per assistere alla riunione: successivamente, è stato permesso a una delegazione di occupare gil spalti dell'aula consiliare, da dove si sono levati slogan di dissenso e protesta: “Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa!”. “Abbiate la stessa considerazione che avete avuto per Ansaldo Energia”.

Proteste e slogan

A placare gli animi ci ha provato il sindaco di Genova, Marco Bucci, il quale ha detto ai cittadini di comprenderli ma che “dobbiamo cercare di lavorare insieme. Dal 14 agosto dormo quattro ore per notte per affrontare l'emergenza. Genova non si è mai fermata, non ha mai dimostrato di essere in ginocchio, una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, nessuno è stato lasciato solo dalle istituzioni”. La protesta degli sfollati si concentra soprattutto sull'impossibilità di accedere alle proprie case per recuperare per quanto possibile i loro effetti prima che queste vengano demolite: “Nessuna demolizione, senza per noi una soluzione, vogliamo risposte”, recitano alcuni cartelli.

Il sindaco: “Burocrazia semplice sul Morandi”

“Entro la fine della settimana prossima credo che avremo i monitoraggi a posto sul ponte – ha detto ancora il sindaco Bucci -. Ma non posso farvi rientrare finché non ho la garanzia della sicurezza… Sino a ieri sera 150 famiglie avevano trovato una sistemazione. Ne mancano ancora 116″. Per quanto riguarda il ponte, il primo cittadino ha spiegato che si sta optando per “una burocrazia semplice: andiamo avanti nel fare le cose che i cittadini ci chiedono tutti i giorni. La seduta congiunta è un segnale all'Italia che siamo allineati e vogliamo andare su una strada su cui c'è l'accordo di tutti. Genova ha bisogno del sostegno di tutte le amministrazioni pubbliche per arrivare all'obiettivo di avere una città migliore di prima”.