Finito l'incontro Fico-Pd

A Montecitorio si è concluso l'incontro tra la delegazione del Partito democratico e il presidente della Camera, Roberto Fico, che ieri ha ricevuto dal Presidente della Repubblica un mandato esplorativo per verificare le possibilita' di formare un governo M5s-Pd. La delegazione dem era formata dal reggente Maurizio Martina, dal presidente Matteo Orfini e dai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Alle 18 sarà la volta del M5s, partito di cui lo stesso Fico è esponente. I colloqui si svolgono a Montecitorio, nel Salottino del Presidente, mentre le dichiarazioni alla stampa verranno rese nella Sala della Lupa

Lo scenario

Durante l'incontro con Fico, riporta l'Agi, Mattarella ha chiarito di aver preso gli elementi per sbrogliare l'intrico di questi giorni dalle indicazioni giunte dai partiti con le loro dichiarazioni nelle sedi istituzionali: i due giri di consultazioni e l'esplorazione della Casellati. Il materiale fornito dalle elezioni sono tre schieramenti, nessuno dei quali ha da solo la maggioranza. Il primo è risultato il centrodestra, che ha ipotizzato un accordo con il M5s. Ma due consultazioni al Colle e una a Palazzo Giustiniani hanno dimostrato impraticabilità di questa strada. Il secondo gruppo più votato alle elezioni, i Cinque Stelle, ha proposto anche un accordo con la sola Lega, ma Matteo Salvini si è detto non disponibile a trattare senza tutto il centrodestra. Mattarella ha atteso invano altri tre giorni, urne molisane comprese, per vedere se in modo “pubblico, esplicito e significativo” i partiti interessati avrebbero dichiarato che c'erano novità. “Queste novità – ha spiegato a Fico nel colloquio di oggi al Quirinale- non sono emerse”. E la riprova sono le parole di Di Maio di ieri sera, che rendono inutile il malumore di Salvini e la richiesta al Colle di avere più tempo.

Strada obbligata

L'unica strada ancora non percorsa, tra quelle possibili, è un accordo tra M5s e Pd, stando alle dichiarazioni ufficiali del leader grillino. Certo, Mattarella non nasconde che le possibilità di successo siano scarse, ha registrato il fuoco di sbarramento di una gran parte dei dem ancora prima che Fico alzasse la cornetta per chiamarli alle consultazioni. Ma ha anche registrato le parole più caute di Maurizio Martina. I paletti del Presidente sono fissati da tempo: no a un esecutivo di minoranza, no a elezioni anticipate in estate, preoccupazione per eventuali elezioni in autunno con il rischio di un esercizio provvisorio e un esito uguale a quello del 4 marzo.