Fico, spina nel fianco del Governo

Che Roberto Fico fosse spesso in disaccordo con l'attuale Esecutivo lo si era capito. Ora, è riuscito a prendere le distanze da due provvedimenti in un'unica uscita. Sul Global Compact, l'accordo sulle migrazioni che l'11 dicembre verrà sottoscritto da diversi Paesi a Marrakech e da cui Palazzo Chigi ha deciso di sfilarsi, Fico ha le idee chiare. “Assolutamente sì. Ritengo che l'Italia dovrebbe dire sì al Global Compact ed invito tutti a leggersi davvero il contenuto di questo accordo, perchè, tra l'altro,ci consentirebbe di non restare soli nella gestione del fenomeno dell'immigrazione”. Il presidente della Camera è contrario anche al Dl sicurezza. “Se la mia assenza al momento della votazione è stata interpretata come una presa di distanza dal provvedimento? Bè, avete interpretato bene“, ha spiegato a margine del convegno sui beni comuni in corso all'accademia dei Lincei a proposito dell'assenza nel corso della votazione sul decreto che porta il nome di Matteo Salvini.

Sospese le relazioni con l'Egitto

Intanto la Camera dei Deputati è pronta a sospendere ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano, “fino a quando non ci sarà una vera svolta nelle indagini e un processo che sia risolutivo” sul caso Regeni, il 28enne ricercatore italiano sparito il 25 gennaio 2016 al Cairo e trovato cadavere il 3 febbraio lungo la strada che unisce la capitale ad Alessandria. Unanime la condivisione di tutti i capigruppo di Montecitorio alla linea di Fico. Sul caso Regeni è intervenuto anche Mohamed Abdallah, il presidente del sindacato degli ambulanti del Cairo che, stando alle indagini, ha venduto il ricercatore agli 007 egiziani: “Sono stato io a denunciare il ragazzo – ha dichiarato all'Agi – e lo farei di nuovo perchè ho avuto rapporti con lui, ho visto e sentito cose che mi hanno convinto che lui fosse una spia. Regeni è stato ucciso da membri di servizi stranieri, probabilmente britannici“, ha aggiunto Abdallah rimasto fedele a quella sua versione che non ha mai retto alla prova dei fatti. Lui continua a non mettersi a disposizione degli inquirenti italiani: “Con loro ho già parlato”, ha spiegato.