Farnesina: l'Albania accoglierà 20 migranti

Venti migranti della nave Diciotti saranno accolti dall'Albania. A comunicarlo è il ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi che ha pubblicato un post sul proflio Twitter della Farnesina nel quale ha ringraziato “l'Albania per la decisione di accogliere 20 profughi della Nave Diciotti. Un segnale di grande solidarietà e amicizia molto apprezzato dall'Italia”. 

La decisione della Sanità marittima

Undici donne e cinque uomini lasciano la nave Diciotti della Guardia costiera ormeggiata fa cinque giorni al porto di Catania. Nelle prime ore della mattina erano saliti a bordo medici e ispettori del ministero della salute per una valutazione sanitaria medica e per la verifica dei compiti di profilassi internazionale. A diffondere la notizia dell'immediato sbarco sono state fonti del Viminale che precisano che in questi casi non è necessario il “via libera” del ministero dell'Interno. 

Due sospetti casi di tubercolosi

L'ufficio di Sanità marittima di Catania, ha ordinato lo sbarco dei migranti perché si sospetta che due di loro abbiano la tubercolosi. Ieri il Garante dei detenuti, come riporta l'Agi, aveva sottolineato anche la presenza di gravi casi di scabbia

Emergenza psicologica

Nel frattempo, il presidente della sezione provinciale della Croce Rossa, Stefano Principato, ha affermato che a bordo della nave è “emergenza psicologica“. “L'ispezione è stata attivata su richiesta del ministro della Sanità che ha chiesto un controllo sanitario – ha dichiarato Principato -. Ci sono alcuni casi di scabbia e altre patologie diagnosticate, ma sono trattate bene anche perché a bordo della Diciotti c'è del personale qualificato. Come Croce Rossa abbiamo fornito kit igienici, felpe, pantaloni e materassini”. 

Terminate le audizioni al Viminale

Intanto, a Roma, è terminata l'audizione negli uffici della Procura della Repubblica, di due funzionari del Viminale nell'ambito dell'inchiesta dei pm di Agrigento sulla vicenda della nave Diciotti. L'atto istruttorio è stato svolto dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha lasciato piazzale Clodio senza rilasciare dichiarazioni. Il pm ha ascoltato come testimoni i vertici del Dipartimento delle Libertà civili del Ministero degli Interni, in particolare il capo del dipartimento, prefetto Gerarda Pantalone, ed il suo vice, prefetto Bruno Corda.