Emiliano: “Ombre sull'assegnazione dell'Ilva”

C'è ancora l'Ilva al centro delle vicende lavorative della regione Puglia. I dubbi del presidente della Regione, Michele Emiliano, il quale ha scritto al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, una lettera in cui denunciava presunte irregolarità nel processo di assegnazione dello stabilimento alla cordata AmInvestco, guidata per il 51% dalla società multinazionale ArcelorMittal. Secondo Emiliano, è stata seguita una “procedura a evidenza pubblica che presenta zone d'ombra che andrebbero chiarite per accertare se effettivamente tale aggiudicazione sia avvenuta in favore della migliore offerta”. Un'istanza della quale il ministro prende atto, precisando che il Mise, “per completezza”, rende pubblica la lettera.

Parametri e offerte

Stando a quanto scritto dal presidente della Puglia, dopo aver esaminato la documentazione che ha portato all'assegnazione dell'Ilva, “non emerge quali siano stati i criteri (predeterminati) di aggiudicazione del contratto che avrebbero 'vincolato' il ministero dello Sviluppo economico a preferire la società Am InvestCo alle altre partecipanti, tra le quali – in particolare – la cordata Acciatialia Spa, che aveva offerto la auspicata decarbonizzazione dell'impianto Ilva di Taranto”. Una preferenza, quella accordata alla Ami srl, che secondo Emiliano “è incongrua perché sostanzialmente basata solo sull'offerta economica, senza alcuna considerazione degli aspetti qualitativi della medesima”. E, a tal proposito, cita la proposta di AcciaItalia che, per accedere all'assegnazione, aveva presentato un piano ambientale per il 2021 a minore impatto (e con una stima di 10.500 lavoratori), due anni in meno rispetto a quelli auspicati da Ami per un progetto dilazionato di altri 24 mesi, fino al 2023.

I numeri

Per Emiliano, la proposta di Ami si basa su parametri meno consistenti e con un numero minore di lavoratori (8100 unità): l'aggiudicazione, ha spiegato Emiliano, si è risolta a favore di una cordata che “notoriamente concentra una cospicua fetta della produzione di acciaio a livello europeo e mondiale, nonchè quote di mercato Ue – fa notare ancora Emiliano – con un evidente e conclamato rischio antitrust, essendo superiori al 40%”. Ma non solo: “Sotto tale profilo – ha detto ancora – l'operazione evidenzia altre criticità, con particolare riferimento alle modifiche sostanziali del soggetto aggiudicatario”. Per questo il presidente ha deciso di inviare una lettera direttamente a Roma perché si proceda con “opportune verifiche sulla correttezza della procedura di gara espletata, eventualmente avvalendosi dell'Anac”.