Ema, Tajani chiede il dossier di Amsterdam

Sembrano ormai in procinto di diradarsi le nubi sul caso Ema, quantomeno per quanto riguarda la posizione di Milano: il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, infatti, ha richiesto al numero uno della Commissione, Jean-Claude Juncker, di visionare “tutti i dettagli” della documentazione relativa all'offerta neerlandese, anche quella “confidenziale”. Una richiesta che potrebbe dire molto sul futuro dell'Agenzia del farmaco, se non altro per capire se, davvero, il capoluogo lombardo abbia qualche possibilità di sostituire Amsterdam come città ospitante della sede principale, in dismissione da Londra dopo la Brexit. La capitale dei Paesi Bassi, infatti, nelle scorse settimane era finita nel mirino della Commissione incaricata di visionare i lavori del nuovo centro, ancora in fase di costruzione e a fortissimo rischio per il giorno del trasferimento. L'intento del governo neerlandese, infatti, era di ospitare momentaneamente Ema in un'altra struttura la quale, però, non garantirebbe gli spazi adeguati.

Ispezione

Discorso completamente diverso per Milano, con gli uffici del Pirellone pronti già da subito e un dossier di candidatura che, già al momento della votazione, era apparso il più completo ed esauriente. La città italiana era stata sconfitta al ballottaggio proprio da Amsterdam, vincitrice di un sorteggio-beffa ma, in seguito, rimessa in discussione a causa del ritardo di consegna della struttura in costruzione. Nella giornata di domani, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo si recherà sul posto per un sopralluogo e per incontrare sia le autorità dei Paesi Bassi che il direttore di Ema, Guido Rasi. Altri step utili per definire la situazione di Amsterdam e le chance di Milano.

Gentiloni: “Continuermo a lavorare”

Nel frattempo, si è dimesso il segretario generale della Commissione, Alexander Italianer, anch'egli nativo dei Paesi Bassi e responsabile della valutazione tecnica dei requisiti delle città candidate: una decisione arrivata in modo piuttosto inaspettato e tamponata con la sostituzione, per tale ruolo, con il capo gabinetto di Juncker, Martin Selmayr. Gentiloni, nel frattempo, ha spiegato che “la città, la Regione e il governo stanno lavorando e continueranno a lavorare per verificare che il processo sia stato fatto con correttezza e trasparenza, perché se così non fosse non sarebbe un torto solo a Milano ma un torto all'Italia e all'Europa”. Il Presidente del Consiglio ha spiegato che l'amministrazione lavorerà per capire tutti i dettagli che hanno portato alla nomina di Amsterdam, “con lo stesso spirito e capacità di fare squadra, senza battute elettoralistiche”.