Ecco la squadra di Conte

E'ormai in procinto di nascere ufficialmente il governo Conte, il primo sostenuto da una maggioranza formata da Lega e Movimento 5 stelle. Trascorsi quasi 4 mesi dalle elezioni del 4 marzo, dopo innumerevoli giri di consultazioni, un quasi governo provvisorio e l'improvvisa retromarcia delle due forze politiche maggiori che ha spianato la strada al professor Conte, il nuovo esecutivo è finalmente pronto a partire con la sua nuova squadra di ministri, i quali presteranno giuramento alle 16 di oggi. Dalla possibilità di una Roma invasa da manifestazioni pro e contro il Presidente della Repubblica (annunciate quando lo spettro del voto in estate aleggiava ancora sui cittadini italiani), il primo di giugno sarà dunque il giorno che darà il via ai lavori del governo giallo-verde: 18 i ministri, 5 dei quali donne. Tre di loro sono tecnici, in sette appartengono al M5s, in 6 alla Lega. Nel ruolo di sottosegretario alla presidenza, Conte avrà il vice-Salvini Giancarlo Giorgetti, colui che Mattarella aveva proposto al dicastero dell'Economia in sostituzione di Paolo Savona che, invece, si occuperà delle Politiche comunitarie lasciando a Giovanni Tria l'onere del Mef.

Tecnici e pentastellati

Come previsto, ai due leader delle forze politiche sostenitrici del governo sarà affidato il ruolo di vicepremier oltre che due dei ministeri maggiori: a Luigi Di Maio, capo politico dei pentastellati ed ex vicepresidente della Camera, è stato assegnato il Ministero dello Sviluppo economico e del lavoro, mentre al segretario leghista toccherà l'Interno. Un'assegnazione, quella del Viminale, che è stata accolta con soddisfazione da Matteo Salvini, attore principale della formazione del nuovo esecutivo. A favore dell'economista pro-flat tax Tria si è risolta la diatriba relativa al dicastero dell'Economia che, da domani, sarà guidato dal presidente della Scuola nazionale dell'amministrazione, nonché professore ordinario di economia politica all'università di Tor Vergata. Alla Farnesina si insedierà l'avvocato Enzo Moavero Milanesi, ministro senza portafoglio agli Affari europei nel governo di Mario Monti e anche nel governo Letta. Alla Giustizia Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio e antiorlandiano; la Difesa va alla pentastellata Elisabetta Trenta, 51enne docente universitaria e ricercatrice in materia di sicurezza e difesa presso il Centro Militare di Studi Strategici; dell'ala grillina anche il questore della Camera, Riccardo Fraccaro (Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta), la capogruppo Giulia Grillo (Salute), Alberto Bonisoli (direttore dell’Accademia di Belle Arti privata di Milano, incaricato ai Beni culturali), la senatrice Barbara Lezzi (ministro per il Sud) e il senatore Danilo Toninelli (Infrastrutture e trasporti).

Gli altri Ministeri

Nel sestetto di ministri leghisti (che sarebbero in realtà 5+1 considerando il sottosegretario Giorgetti) rientrano il provveditore degli studi di Milano, Marco Bussetti (Istruzione), il vicepresidente della Camera Lorenzo Fontana (Famiglia e Disabilità), il senatore ed ex vicesindaco di Pavia, Gian Marco Centinaio (Politiche agricole), l'avvocato e senatrice Erika Stefani (Affari regionali), l'ex presidente della Commissione giustizia, Giulia Bongiorno (Pubblica amministrazione). Al generale dei Carabinieri Sergio Costa, protagonista dell'inchiesta sulla Terra dei fuochi nonché sostenitore della legge 68 sugli ecoreati, è andato il Ministero dell'Ambiente, forse uno dei più delicati. Costa, nel 2015, accolse negativamente la riforma della Pubblica amministrazione voluta dal ministro Madia, con la quale la forestale veniva accorpata alle altre forze in virtù della razionalizzazione che portò, secondo il neoguardasigilli, alla dispersione di alcune competenze prettamente del Cfs.