Draghi: “In calo i debiti delle imprese”

Livello d'indebitamento in costante calo per le imprese italiane, tale da essere giunto agli standard precedenti alla crisi economica (quelli di metà 2007). Lo ha affermato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, direttamente dal Congresso bancario di Francoforte: dalla fine del 2012, ha spiegato, il livello è calato di circa 30 punti percentuali. Un quadro positivo che si inserisce nel più ampio contesto di una ripresa in corso che riguarda l'intera Eurozona, e che rende favorevole il momento per “fare ordine in casa per quanto riguarda i conti pubblici, per creare cuscinetti in vista del futuro, non semplicemente aspettare che la crescita gradualmente riduca il debito”. Draghi si è detto inoltre fiducioso in una “ripresa che sia robusta” anche se non “non siamo ancora al punto in cui la ripresa dell'inflazione è autosufficiente senza la nostra politica accomodante”.

Crescita dell'occupazione

Un trend di crescita complessivo, dunque, segno di una “solida espansione economica” provata dalla crescita costante del Pil negli ultimi 18 trimestri. La ripresa, secondo Draghi, gode di “una dinamica di crescita senza sosta nel periodo a venire”, portata per la maggior parte da un'alimentazione finalmente autonoma e non più vincolata a fattori esterni quali la caduta del prezzo del petrolio. Fattori che influenzano in modo positivo anche il tenore di vita delle famiglie le quali, stando agli ultimi sondaggi, spenderebbero di più in quanto sarebbero incrementati lavori e guadagni: “La disoccupazione è scesa al livello più basso da gennaio 2009 – ha detto ancora Draghi -. Ormai la partecipazione al lavoro è di 2 punti percentuali al di sopra del suo livello pre-crisi”. Un risultato che, secondo il presidente, “è stato determinato in particolare dall'aumento dell'ingresso delle donne nella forza lavoro, il cui tasso di partecipazione è aumentato di 4 punti percentuali dal 2008″.

L'incremento delle retribuzioni sarebbe frutto di una crescita avviata dalla prima metà del 2016, e “aumentata, recuperando circa la metà del divario rispetto alla media storica, ma le tendenze generali rimangono moderate e non sono diffuse”. Una moderazione che, mantenendo bassa l'inflazione sottostante, limita gli effetti su quella generale. Anche per questo resta necessario “un ampio grado di stimolo monetario”.