Dl sicurezza e migranti, c’è l’ok del Consiglio dei ministri: arriva il Daspo urbano

Arriva l’ok del Consiglio dei ministri ai decreti legge che introducono novità sul piano della sicurezza e del controllo dell’immigrazione. Poche novità sul primo fronte, come ha spiegato il ministro dell’Interno, Mario Minniti: “Non ci sono nuovi reati né aggravanti di pena ma misure come la possibilità di applicare in modo più ampio quello che si applica nelle manifestazioni sportive”. E’ il cosiddetto “Daspo urbano” che, come quello sportivo, scatta in caso di “reiterati elementi di violazione di alcune regole sul controllo del territorio” e comporta il “divieto di frequentare il territorio in cui sono state violate le regole”.

La sicurezza urbana, ha spiegato il titolare del Viminale,”va intesa come un grande bene pubblico. La vivibilità, il decoro urbano e il contrasto alle illegalità sono elementi che riguardo il bene pubblico”. Il decreto, quindi, prevede “il rafforzamento dei poteri di ordinanza dei sindaci, avranno potere autonomi e la possibilità di di patti tra territori e ministero degli Interni che prima non avevano una cornice legislativa”.Tra le norme c’è anche quella che “prevede la pulizia ed il ripristino per violazioni al decoro urbano. Il giudice, cioè, se qualcuno sporca, può condannarlo a ripristinare quello che ha sporcato: è una sfida di civiltà”. In generale, ha chiarito Minniti, “in Italia il modello sicurezza funziona, non c’è emergenza ma bisogna stabilire che se il centro è modello nazionale si può pensare ad un modello che guardi meglio il territorio da Bolzano a da Agrigento”. Il nuovo decreto, in ogni caso, “è stato ampiamente discusso, meditato, voluto dall’Anci e dalla conferenza delle Regioni con l’idea di un grande patto strategico di alleanza tra stato e poteri locali”.

Approvato dal governo anche un pacchetto di misure sull’immigrazione. Con il decreto andiamo, ha sottolineato Minniti, verso “un nuovo modello di accoglienza: l’Italia ha fatto grande sforzo, siamo orgogliosi, ora il paese va più orientato verso un’accoglienza diffusa, perciò abbiamo fatto un patto con l’Anci e si lavora per avere in tempi ragionevoli una progressiva diminuzione dei grandi centri d’accoglienza“. Il ministro ha sottolineato che “bisogna abbattere i tempi di riconoscimento del diritto d’asilo, gli attuali 2 anni sono troppi: abbiamo quindi deciso di sopprimere un grado di giudizio per i ricorsi, di assumere 250 specialisti per rafforzare le Commissioni d’asilo e, d’intesa tra prefetture e Comuni, puntiamo all’utilizzazione volontaria gratuita per lavori socialmente utili dei richiedenti”. Minniti ha poi ribadito che saranno creati al posti dei vecchi Cie nuovi Centri permanenti per il rimpatrio, uno per regione, per complessivi 1.600 posti.

Secondo Paolo Gentiloni il governo rende “più rapidi i processi di concessione del diritto d’asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza facilitando con diverse misure i meccanismi necessari per i rimpatri”. L’obiettivo strategico, ha aggiunto, “non è chiudere le nostre porte ma trasformare sempre più i flussi migratori da fenomeno irregolare a fenomeno regolare, in cui non si mette a rischio la vita ma si arriva in modo sicuro nei nostro Paesi e in misura controllata“.

L’Italia, ha aggiunto il premier, si tiene stretta i suoi “valori umanitari e dell’accoglienza” e rivendica “il lavoro fatto in questi anni”. Il nostro Paese ha “fatto un buon curriculum nonostante le difficoltà ed i numeri da fronteggiare. Abbiamo negli ultimi anni in un certo senso indicato la strada all’Ue, ora bisogna rendere effettivo il principio di condivisione dell’onere dell’accoglienza”.