Di Maio: “Rimborsi? Un problema di contabilità”

Prova a calmare le acque Luigi Di Maio, intervendo sul caos rimborsi che, da alcuni giorni, sta infiammando la campagna elettorale del Movimento 5 stelle: “Ieri – ha detto il candidato premier – abbiamo fatto le verifiche e quello che è venuto fuori è solo un problema di contabilità del Mise e del Mef. Sostanzialmente gli ultimi bonifici che stiamo facendo in questi giorni, non per correre ai ripari ma perché stanno scadendo le ultime rendicontazioni, non sono stati ancora accreditati sul conto, ma risultano sul nostro sito internet”. Il riferimento è alla vicenda che ha visto coinvolti, la settimana scorsa, i candidati Andrea Cecconi e Carlo Martelli, deputato e senatore che hanno rinunciato alla loro candidatura per irregolarità nella restituzione delle quote di stipendio.

“Nessun caso”

“Sono contento di questo fuoco di fila contro il M5s – ha proseguito Di Maio -, perchè ieri, per esempio, 'Repubblica' ha certificato per la prima volta nella storia che abbiamo restituito 23 milioni di euro. Ora 23,1 o 23,2 è un problema di contabilizzazione. Ma abbiamo dimostrato che se c'è qualcuno che fa il furbo noi lo mettiamo fuori. Qui invece gli altri partiti li fanno ministri o li candidano in giro per l'Italia come la Boschi, per provare a salvarla in Parlamento”. Il leader politico dei pentastellati si è detto “orgoglioso di aver restiutito agli italiani 23 milioni di euro”, definendo “ridicolo che si parli di caso quando il vero caso è che c'è un'unica forza politia cin Italia che taglia gli stipendi ai propri parlamentari e li investe in forme di lavoro per chi non ha lavoro”.

Stoccata all'informazione

In sostanza, secondo quanto affermato da Di Maio, verranno effettuate le dovute verifiche e, al contempo, resterà la linea dura per chi sbaglia. Al di là dei probiviri, Cecconi e Martelli avevano già rinunciato alla loro candidatura. Stoccata finale, infine, al mondo dell'informazione, con il leader M5s a invocare uno scontro “ad armi pari”: “Vedo – ha detto – ancora una grossa sproporzione dell'informazione italiana nei nostri confronti. Mi dispiace dirlo, ma soprattutto da quelle che sono le reti più importanti”.