Di Maio, fra stampa e Ue

Il sistema mediatico e il sistema europeo ormai hanno deciso che questo governo deve cadere il prima possibile, ma più fanno così e più ci compattano”. E' decisa la replica del vicepremier Luigi Di Maio, arrivata durante un incontro con gli imprenditori in Basilicata, alle tensioni che stanno alimentando i rapporti fra Italia e Unione europea, ai ferri corti dopo la bocciatura del Def da parte della Commissione. E, nel mettere di nuovo in chiaro la posizione dell'esecutivo sulla Manovra, ribadisce i parametri che hanno portato al contratto di governo giallo-blu: “Siamo due forze politiche molto diverse che si sono messe insieme con un contratto di governo, ma stanno riuscendo nel miracolo di compattarci con questi attacchi continui perché dobbiamo difenderci e dobbiamo reagire, ma soprattutto dobbiamo difendere l’Italia”.

Terremoto politico in Ue

Il ministro dello Sviluppo economico non ha chiuso le porte a Bruxelles, spiegando che “se c’è una volontà di dialogare con questo governo, noi siamo i primi: ci accampiamo a Bruxelles e gli spieghiamo tutto quello che vogliamo fare, gli spieghiamo i fondamentali dell’Italia” che, ribadisce, ha “scelto di fare un po' di deficit” per soddisfare la crescita del Paese. A ogni modo, Di Maio non ha nascosto le sue sensazioni sul futuro di questa Unione spiegando che alle prossime elezioni del 2019 “ci sarà un terremoto politico a livello europeo e tutte le regole cambieranno. In tutti i Paesi europei i sondaggi mostrano che sta per accadere quello che è accaduto qui il 4 marzo si vedrà con le elezioni europee e questo ci aiuterà”.

Vitalizi

Nel frattempo, Di Maio torna sulla questione vitalizi, affermando che “nella legge di bilancio ci sarà una norma che dice alle Regioni che se non aboliscono i vitalizi, la quota parte di soldi che spendono per i vitalizi non la trasferiamo più dallo Stato centrale. Questo meccanismo è replicabile in tanti altri strumenti, al netto delle autonomie regionali garantite dal titolo V della Costituzione, che non vogliamo cambiare per non infilarci in riforme monstre. Useremo la leva dei trasferimenti anche per i rifiuti”.

Di Maio e Repubblica

Prosegue intanto la querelle fra il vicepremier e il quotidiano Repubblica e il gruppo L'Espresso sulla questione del piano esuberi: “Nei media c'è un conflitto di interesse pazzesco… Da una parte c'è Berlusconi, dall'altra De Benedetti. Io non ho neanche il potere di negare il diritto di critica: quindi adesso non si mettano a fare le vittime alcuni giornali dopo che mi hanno riempito e impallinato con fake news per sei anni. Abbiano almeno la decenza di sapere che il Ministro dello Sviluppo economico non ha nessun potere per chiudere un giornale e meno male”. Un affondo criticato dalle maggiori testate nazionali (oltre a Repubblica, anche il Corriere, La Stampa e il Fatto quotidiano, che ha diramato un comunicato di solidarietà) e anche dall'ex premier Matteo Renzi: “Per mesi hanno insultato, deriso, calunniato molti di noi. Ci hanno rovesciato addosso quintali di fango. E tutti in silenzio a guardare l'aggressione. Qualcuno addirittura ci diceva: 'Ma dai, fateci un accordo. Non vedete che alla fine sono dei bravi ragazzi?'. Poi Di Maio e i cinquestelle hanno tirato giù la maschera e adesso fanno il tifo per la chiusura dei giornali: un ministro del lavoro che si compiace dei licenziamenti, un vicepremier che attacca la libertà di stampa. Mai visto in italia. Altrove sì, ma non in italia”.