Di Maio: “Ecco i nomi di chi ha contribuito al fallimento”

Stamattina qui in Aula voglio pronunciare i nomi e cognomi non solo di chi ha contribuito al fallimento della banca ma anche dei loro sponsor politici”. Così il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo alla Camera per rispondere alle interpellanze urgenti su Banca Carige. E dei nomi li ha fatti. “All'interno del Cda, nel periodo di maggiori sofferenze erano presenti membri legati al mondo politico che hanno giocato a fare i banchieri” ha sottolineato Di Maio citando i nomi di: “Alessandro Scajola, fratello dell'ex ministro, Luca Bonsignore, figlio di Vito Bonsignore un ex eurodeputato del Pdl, Giovanni Marongiu, sottosegretario di un governo di centrosinistra guidato da Prodi, Alberto Repetto, parlamentare dell'Ulivo. Come vedete si spazia da destra e sinistra”.

“Vecchia politica e banche a braccetto”

Il leader politico del M5s ha promesso che ai responsabili del dissesto di Banca Carige “il governo chiederà di restituire i megabonus che hanno incoprensibilmente incassato visto il disastro che hanno combinato”. “La vecchia politica e le banche sono sempre andate a braccetto e Banca Carige non fa eccezione”, ha aggiunto il ministro dello Sviluppo economico, “oserei dire che è il segreto di pulcinella” ma “il problema alla fine è che non paga mai nessuno e non si dice mai chiaramente come stanno le cose e chi c'è dietro la cortina di fumo dei nomi più o meno sconosciuti di amministratori e dirigenti quando poi, per unire i puntini, basta un po' di onestà intellettuale”.

“Fondo di garanzia Ue per i risparmiatori”

A tal proposito, ha aggiunto Di Maio, “mi auguro che con la nuova Commissione d'inchiesta sulle banche venga avviata una seria inchiesta sul caso Carige”. Egli ha spiegato che “come governo e come maggioranza abbiamo intenzione di approvare, nei prossimi mesi, nuove norme tra cui l'approvazione del Glass-Steagall Act che prevede la distinzione tra banche commerciali e banche d'affari, un fondo di garanzia per i risparmiatori delle banche ottenuto trattenendo fino al 60% dei bonus dei manager per 5 anni, una norma sulle porte girevoli, una seria legge sul conflitto di interessi, nuovi vertici per Consob, riforma vigilanza bancaria a livello europeo e l'istituzione di un fondo di garanzia dell'Ue per i risparmiatori“.