Di Maio: “Draghi? Peggio dei tedeschi”

E' singolare che in questo momento vedo da alcuni ministri di altri Paesi, come quelli tedeschi, molto più rispetto per quello che stiamo facendo che dal capo della Bce che viene a dire che il clima di tensione in Italia è un problema“. Lo ha detto Luigi Di Maio durante la registrazione della prima puntata di Nemo, in onda stasera su Rai2 alle 21.20 commentando le parole di Mario Draghi, il quale precisa “può dire quello che vuole, non sono nessuno per censurare quello che dice”. 

La risposta

 Secondo il vicepremier ci troviamo in un momento “in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente“. Il governo, ha sottolineato, sta facendo “una manovra di bilancio che dà alla parte più debole”. E ancora: “sostenere le banche non significa prendere soldi dagli italiani”. Quanto al giudizio di Standard & Poor's, Di Maio ha spiegato di non avere paura: “Abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea una stabilità economica“. 

Euro debole

Ieri Draghi aveva auspicato un accordo fra Roma e Bruxelles sulla legge di Bilancio, dicendosi “fiducioso”. Parole che, tuttavia, non hanno provocato gli effetti sperati sull'euro, che ha toccato un nuovo minimo da due mesi restando stabile rispetto al dollaro, sotto quota 1,14. In apertura, la moneta europea valeva 1.1379 dollari contro 1.1375 di fine seduta di ieri. Ora è sceso a 1,1355 nei confronti del biglietto verde. Si attende ora di apprendere la prima stima della crescita del Pil statunitense nel terzo trimestre, prevista per il 3,3% dai mercati e che verrà diffusa nelle prossime ore. Nel secondo trimestre, gli Usa sono cresciuti del 4,2%, un livello che è stato osservato dal 2014. Tali dati potrebbero ancora di più rafforzare il dollaro e, di conseguenza, indebolire l'euro. Va considerato anche il fatto che una rafforzamento della crescita oltre le stime, sempre secondo gli analisti, potrebbe influenzare gli elettori indecisi a una settimana dalle elezioni di medio termine, a favore del presidente Trump