Def, via libera del Cdm

C'è l'ok del Consiglio dei ministri al Documento di economia e finanza (Def), al termine di una riunione durata circa 30 minuti e con un'immediata precisazione: “Confermati i programmi di governo: nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva”. Confermato il Pil allo 0,2%, accenni alla flat tax e ai rimborsi per i risparmiatori delle banche. Qualche incertezza, invece, sul tema dello stop all'Iva della quale, comunque, non ci sarà l'aumento.

La bozza

Stamane era stata diffusa la bozza del Def, al quale verrà allegato il Piano nazionale delle riforme. Secondo quanto previsto dal testo di quest'ultimo, “il sentiero di riforma per i prossimi anni prevede la graduale estensione del regime d'imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15 e 20 per cento, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni. Per incentivare gli investimenti, le imprese potranno beneficiare di una riduzione dell'aliquota Ires applicabile agli utili non distribuiti”. Inoltre, “il Governo non ritiene opportuno in questa fase rivedere l'imposizione sugli immobili, già oggetto di numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni”.

Flat tax

Ricalcando le stime di Bankitalia, il Def stima che “la previsione di crescita media del Pil in termini reali per il 2019 scende allo 0,1%, dall'1% del più recente documento ufficiale”. Un'ulteriore previsione riguarda il 2020, quando la crescita tendenziale aumenterà dello 0,6%, per arrivare allo 0,7% nel 2021 e allo 0,9% nel 2022. Per quanto riguarda la flat tax o, per riprendere l'espressione di Salvini, “tassa piatta”, nella bozza è spiegato che “l'imposizione fiscale è un’altra area prioritaria di riforma. L’obiettivo del Governo è di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese e di snellire gli adempimenti relativi al pagamento delle imposte. Il concetto chiave è la flat tax, ossia la graduale introduzione di aliquote d’imposta fisse, con un sistema di deduzioni e detrazioni che preservi la progressività del prelievo”. Si parla anche del Reddito di cittadinanza: “Sarà completato dall’introduzione del salario minimo legale, che garantirà un minimo retributivo legale ‘sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa’ a norma dell’articolo 36, comma 1 della Costituzione”.

Finanze pubbliche e migranti

Nella bozza del Def, è inoltre spiegato che “la politica fiscale non può ovviamente prescindere dalla sostenibilità delle finanze pubbliche. Da ormai trent’anni il debito pubblico vincola le politiche economiche e sociali dell’Italia. A prescindere dalle regole di bilancio, è necessario ridurre gradualmente il rapporto debito/Pil per rafforzare la fiducia degli investitori in titoli di Stato e abbattere gli oneri per interessi”. Qualche dato viene riportato anche sulla questione migranti: “Con riferimento all’immigrazione, nel 2017 e nei primi sei mesi del 2018 si è registrato un trend in discesa degli sbarchi di migranti sul nostro territorio. Tale tendenza si è consolidata a partire da giugno 2018, da quando sono sbarcati 4.458 migranti a fronte di 21.850 sbarcati nello stesso periodo dell’anno precedente con una riduzione percentuale pari all’80 per cento”. A tal proposito, nel documento si specifica che “la gestione dei flussi migratori richiede la piena operatività dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), che attualmente hanno una disponibilità complessiva di 880 posti. Nuovi centri sono in corso di realizzazione”. Prima dell'analisi, il premier Conte aveva riferito che “il libro dei sogni l'ho letto da piccolo, questo è il libro delle azioni… Sono fiducioso e ottimista dobbiamo impegnarci tutti a lavorare”.