Ddl legittima difesa, Grasso: “Per fortuna c’è il Senato”, Salvini: “Pronti al referendum”

“Diciamo meno male che c’è il Senato, se dobbiamo intervenire su questo tema. Staremo a vedere le proposte di ulteriori modifiche“. Lo ha detto il presidente Pietro Grasso, a proposito della legge sulla legittima difesa, a margine di un incontro al Teatro Palestra di Serra San Quirico (Ancona) con studenti provenienti da varie regioni europee e dall’estero in occasione della 35sima Rassegna nazionale di Teatro della Scuola.

Intanto Matteo Salvini si dice pronto al referendum. “Se vanno avanti con questa schifezza raccogliamo le firme per un referendum per cancellarla”, ha detto il segretario della Lega parlando in diretta Sky, a margine del congresso del Sap milanese. Quanto alle perplessità di Matteo Renzi, Salvini si è chiesto: “Come fa il Pd ad approvare una norma il giovedì e venerdì dire il contrario? Ormai il governo e la maggioranza sono allo sbando, che si torni a votare”.

Ma secondo Angelino Alfano il ddl approvato dalla Camera rappresenta “per Alternativa popolare un successo politico e fornisce una risposta alla domanda di sicurezza che viene dall’opinione pubblica. Al Senato ci impegniamo fin d’ora a migliorare il testo, per tenere anche fede all’alleanza di scopo con Idv che su questo tema sensibile ha raccolto le firme di due milioni di cittadini”.

Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro degli Esteri blinda il testo: “Al punto in cui siamo sarebbe irresponsabile se qualcuno insabbiasse o facesse cadere il provvedimento”, avverte il leader di Ap. “Dovrebbe risponderne a noi e soprattutto al Paese. Siamo riusciti a far virare la maggioranza. Non abbiamo accettato la logica di una legge pur che sia e abbiamo fatto prevalere il buon senso per non lasciare il Paese al vociare inconcludente degli estremisti”, rivendica Alfano. “Sui temi della sicurezza, del mercato del lavoro, delle tasse e della famiglia è sempre evidente il nostro imprinting. Quando il Pd ci segue su questi argomenti ha solo da guadagnarci” Alfano difende la legge dalle accuse. Sul fatto che spetterà sempre al giudice stabilire se la reazione è stata proporzionata all’offesa. “E come si dovrebbe procedere: con il televoto? Non mi pare facile espiantare la presenza del giudice dall’ordinamento giuridico”.