Cottarelli, congedo fra gli applausi

Quattro giorni fa la salita al Colle con la prospettiva di formare un governo-lampo-provvisorio; oggi, la nuova salita per rimettere l'incarico e farsi da parte, lasciando la strada alla formazione di un esecutivo politico a guida Lega-M5s con il professor Conte di nuovo al timone. La settimana di Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review del governo Letta, è stata intensa, pure se conclusa con qualche giorno d'anticipo rispetto alla regolare tabella di marcia. Rinata l'ipotesi di un esecutivo formato da forze politiche di maggioranza, Cottarelli ha optato immediatamente per la rinuncia a un governo di transizione, facendo gli auguri alla nuova classe dirigente e strappando applausi ai giornalisti presenti in sala stampa, al termine del suo colloquio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

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Il discorso

Si ritorna dunque alla possibilità di un governo Conte, con una lista di ministri fatta, il nome di Savona dirottato a un altro dicastero e la prospettiva dei due leader Di Maio e Salvini in altrettanti ministeri strategici (Lavoro e Interni). Una soluzione che, secondo Cottarelli, è la migliore per il Paese: “La formazione di un governo politico – ha detto annunciando la rimissione del suo incarico – è di gran lunga la migliore soluzione per il Paese, limita l'incertezza che deriverebbe da nuove elezioni. Esprimo i miei auguri di cuore di buon lavoro al governo che spero possa essere formato al più presto. Grazie e scusate se sono stato troppo silenzioso in questi giorni”.

Apprezzamento

Poche parole ma concrete, discrete e, a dire il vero, esattamente quello che ci si aspettava da lui che, nelle ultime ore, aveva scelto la via forse migliore, quella della non esternazione anche considerando la tensione vibrante che attraversava il mondo politico italiano e la prospettiva più che tangibile di un governo senza fiducia. La discrezione di Cottarelli e il suo discorso di commiato hanno incontrato il gradimento del Capo di Stato, che ne ha lodato “il senso delle Istituzioni, la serietà e la costante attenzione all'interesse nazionale” e del premier uscente, Paolo Gentiloni, che ha parlato di “lezione di stile” in riferimento alle parole pronunciate alla stampa che, forse per la prima volta, ha dedicato un applauso spontaneo a un oratore uscente dal Quirinale.