Corte Costituzionale, nuovo flop del Parlamento

Ancora una seduta chiusa con un nulla di fatto: è la diciottesima sessione di voto per la Corte Costituzionale, bloccata da circa un mese per l’elezione dei due giudici. Con 524 schede bianche, 37 nulle e 36 voti dispersi, nessuno dei candidati ha ottenuto il quorum necessario, pari a 570 voti. Analogo risultato per l’elezione del membro “laico” da mandare al Csm al posto di Teresa Bene, dichiarata ineleggibile.

E’ stato Piero Grasso a raccogliere il maggior numero di preferenze, 94: un voto decisamente di protesta. Il nome del presidente del Senato è stato fatto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega: una volta giunti davanti alla cabina, i deputati hanno iniziato a distribuire volantini nei quali si invitava a votare Grasso. L’ostruzionismo dei pentastellati, inoltre, ha di fatto ritardato la conclusione della sessione: l’obiettivo era quello di far slittare il decreto Sblocca Italia. All’ex magistrato segue Donato Bruno con 27 voti, Lorenza Carlassare con 22, Luciano Violante con 16 e Michele Ainis con 11. Dal Parlamento ora si attende non solo la chiusura della partita per la Consulta: resta in sospeso, infatti, anche un posto per il Csm, dopo che la nomina di Teresa Bene è stata contestata mancanza di requisiti.

Puntano ancora su Violante i democratici, ma intendono preservare il suo nome: “L’auspicio – ha detto Luigi Zanda – è che, dopo il ritiro del professor Caramazza, il centrodestra trovi una candidatura ugualmente valida, di alto livello, che abbia il consenso dei gruppi parlamentari che la designeranno”. Nel frattempo, nessuna investitura ufficiale è arrivata da parte di Forza Italia: voci interne al Pd parlano di una sorta di intesa che sarebbe stata raggiunta tra Massimo D’Alema e Raffaele Fitto, per mandare alla Consulta Violante in quota democratici e Francesco Paolo Sisto per gli azzurri, ma la notizia non è stata ancora confermata.