Corruzione, la Corte dei Conti: “Le inefficienze amministrative creano ‘zone oscure'”

L’inefficienza crea ampie “zone oscure“, nelle quali più facilmente si possono inserire “i conflitti di interesse e la corruzione”. Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei Conti, Claudio Galtieri, nella cerimonia di apertura dell’Anno giudiziario. “L’utilizzazione delle risorse pubbliche – spiega – avviene attraverso procedure e meccanismi che, per la loro complessità e la loro diffusione nel territorio, favoriscono spesso fenomeni distorsivi che determinano sia inefficienze sia, in modo non infrequente, fenomeni di rilievo penale”.

I comportamenti illeciti, secondo Galtieri, trovano “terreno fertile nelle disfunzioni amministrative, spesso favorite da scarsità quantitativa e qualitativa delle professionalità, con una ripetitività nel tempo che può trovare un concreto ostacolo solo mediante l’adozione di adeguate misure organizzative“. In questo quadro “il contrasto alla corruzione consente di combattere anche la cattiva amministrazione migliorando la funzionalità della pubblica amministrazione”.

Nel corso della cerimonia è anche intervenuto il presidente della Corte, Arturo Martucci di Scarfizzi, che ha invitato l’Unione europea a tener conto degli “effetti continuativi” prodotti dal terremoto di agosto. “La prevenzione – ha spiegato non appare del tutto slegata dalla ricostruzione” perché si tratta di “programmare una protezione contro effetti drammatici di eventi sismici che presentano carattere di potenziale continuità”.

Martucci di Scarfizzi ha anche parlato del “rischio di dispersione dei finanziamenti europei“. La Corte intende “focalizzare l’attenzione sulle cause che stanno ritardando il pieno avvio della nuova programmazione 2014-2020 in relazione alle diffuse carenze di ordine istituzionale, amministrativo e tecnico”. La “ancora insufficiente incapacità di spesa delle risorse comunitarie e la conseguente perdita di tali fondi”, ha sottolineato ancora, “appare in stridente contrasto con le difficoltà economiche che il Paese affronta, specialmente per gli investimenti pubblici“. Altra nota dolente, ha osservato, “sono le frodi comunitarie, dovute in più dell’80% dei casi, nel 2015, a uso scorretto dei fondi strutturali”.

Quanto alla situazione economica “si deve tenere conto della ancora fragile ripresa dell’attività produttiva, soprattutto in relazione ai vincoli di finanza pubblica che derivano all’Italia dall’appartenenza dell’Unione europea e alla moneta unica”. Sul finire del 2016 “si notano primi, anche se deboli, segnali di ripresa dei consumi interni, l’inflazione inizia a far registrare decimali con il segno positivo e cominciano a venire in evidenza i primi risultati sul fronte della cosiddetta ‘rottamazione’ delle cartelle esattoriali”. Tra i compiti della Corte, ha ricordato c’è quello della “valutazione della rispondenza della gestione agli obiettivi prefissati mediante una verifica a sistema delle misure adottate, poiché non sempre queste ultime, negli scorsi anni, si sono tradotte nei risultati attesi”.