Conte sul Mes: “Contro di me accuse infamanti”

Ci sono le opposizioni nel mirino del premier Giuseppe Conte, che le cita addirittura prima del Mes stesso su cui relaziona alla Camera ribadendo il diktat della trasparenza verso cittadini e istituzioni: “Chi è all’opposizione sta dando prova di scarsa cultura delle regole e mancanza di rispetto per le istituzioni”. Ed è anche più preciso nel formulare le sue rimostranze: “Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con l’Ue da essermi reso responsabile di alto tradimento. Sarei uno spergiuro perché venuto meno al vincolo di essere fedele alla Repubblica: si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali”. In merito alla presunta firma del trattato, Conte è ancora più chiaro: “E’ stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. Anche chi è all’opposizione ha compiti di responsabilità”. Una falsa accusa “di alto tradimento della Costituzione“, che il premier definisce “accuse infamanti contro di me che, se fossero vere, dovrebbero costringermi alle dimissioni”. E non mancano riferimenti diretti: “Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui ‘disinvoltura’ a restituire la verità e la cui ‘resistenza’ a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni” nel “diffondere notizie allarmistiche, palesemente false“.

Nessuna firma

Sulla questione trasparenza insiste molto il premier, in quanto “fin dall’avvio della mia prima esperienza di governo, il Parlamento italiano è sempre, costantemente e puntualmente aggiornato“. Per questo, ha spiegato riferendo sui passi della vicenda Mes, “posso dunque affermare che, poco meno di un anno fa, l’Italia, da me rappresentata, si è espressa in sede europea in maniera perfettamente coerente con il mandato ricevuto da questo Parlamento. Su tali basi è stato dato l’incarico all’Eurogruppo di procedere alla predisposizione di una bozza di revisione del Trattato Mes“. Il testo di revisione che fu inviato ai presidenti delle Camere dall’allora ministro dell’Economia, Giovanni Tria. E conferma: “Mi sembra quasi superfluo confermare a quest’Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei”.