Conte rassicura: “Correggeremo in Senato”

Non sembra ancora sospesa, per il momento, la polemica sul flop dell'Anticorruzione sull'emendamento che riduce la portata del reato di peculato e abuso d'ufficio, andato in scena ieri alla Camera con la maggioranza di voti segreti favorevoli alla modifica del ddl. Sicuramente, fanno sapere dal governo, il passo falso a Montecitorio verrà corretto al Senato, come spiegato da Giuseppe Conte, il quale precisa che “la notizia è che verrà approvata alla Camera in terza lettura per la fine di dicembre”. Un accordo al governo che, almeno in teoria, dovrebbe quietare le intemperanze fra le due forze di maggioranza e far rientrare la polemica.

Reazione M5s

L'assemblea congiunta dei parlamentari M5s, partecipata anche dai capigruppo a Camera e Senato (D'Uva e Patuanelli) e dai ministri Bonafede e Fraccaro, ha fatto emergere un dato sul quale i Cinque stelle fanno quadrato, ossia il no alla fiducia: “Questa norma – ha detto il vicepremier Luigi Di Maio – è il peggio perché salva i politici che rubano i soldi: per noi è inaccettabile. Vogliono macchiare il ddl sulla corruzione. Noi non lo permetteremo. La più grande riparazione è l’approvazione in tempi più brevi. La riparazione è vedere a febbraio che i partiti devono rendicontare tutto. L’unica cosa che so è che Salvini e Conte oggi saranno in aula, e i voti saranno palesi. Non voglio scorciatoie per riparare al disastro”.

Di Maio: “Il ddl deve diventare legge”

Il via libera all'emendamento sul peculato ha provocato un piccolo terremoto nella maggioranza, dove si cerca di correre ai ripari. Da un lato le parole smorza-polemica di Conte, dall'altra le dichiarazioni arrivate già nella serata di ieri di Matteo Salvini, per il quale l'esito del voto segreto alla Camera è stato un passo falso. Intanto, i pentastellati continuano a puntare i piedi sull'integrità del ddl Anticorruzione: “Su questo ddl – ha detto ancora Di Maio – io non voglio tre letture, per l’inizio di gennaio deve diventare legge e questa è la mia prova del nove. Quali siano le dinamiche interne alla Lega non lo so. Ieri è passata una norma porcata”. La determinazione del vicepremier pentastellato è tale che, sul tema, sembra davvero pronto a scommettere tutto: “Tutti si devono prendere la responsabilità. Non so se il voto segreto di ieri aveva un altro significato ancora, che era quello di non volersi prendere la responsabilità e tornarsene e casa. Chi vuole tornare casa lo deve dire in modo palese davanti ai cittadini italiani”.