Confronto Salvini-Di Maio sul prossimo Parlamento

Si avvicina il 23 marzo, giorno in cui si insedierà il nuovo Parlamento. Ecco allora che le due forze politiche uscite vittoriose dalle urne, M5S e Lega, si confrontano per trovare delle linee comuni, se non per governare insieme, almeno per condividere i nomi dei presidenti di Camera e Senato.

La telefonata

In questa domenica di fine inverno, i due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono sentiti al telefono. “Ho parlato oggi pomeriggio, per pochi minuti, con Luigi Di Maio”, ha confermato Salvini. “Con lui ci siamo confrontati sulla questione delle presidenze delle Camere in vista del voto di venerdì prossimo. Non abbiamo parlato di nomi né di ruoli. Per quanto mi riguarda sarò contento, come centrodestra, di sentire lui e gli altri esponenti politici nei prossimi giorni con l'unico obiettivo di giungere quanto prima a rendere operativo il Parlamento con la designazione delle rispettive presidenze”.

Maroni frena

A chi prova a interpretare le parole di Salvini come un'apertura all'ipotesi Governo Lega-M5S, replica Roberto Maroni. L'ex governatore della Lombardia, ospite alla trasmissione Mezz'ora in più di Lucia Annunziata dice chiaramente: “Vedo impossibile un governo assieme tra Lega e M5S”. “Mi sembrerebbe un ritorno indietro alla Prima Repubblica, ai governi balneari”, ha aggiunto sperando che “il centrodestra si confermi”. Maroni ha quindi aggiunto: “Salvini è un ragazzo giovane, molto ambizioso e capace, ha una strategia in mente, ma può aspettare. Può essere leader del centrodestra senza dividerlo“.

Grasso e Meloni

Il telefono di Di Maio deve essere stato molto caldo quest'oggi. Fonti di Liberi e Uguali spiegano che il leader pentastellato ha parlato anche con Pietro Grasso sulla necessità di individuare figure autorevoli e di garanzia. Chi ancora non ha avuto modo di sentire telefonicamente Di Maio è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che intanto dice: “Io sono disponibile a dialogare con tutti ma sia chiaro che la presidenza della Camera a un esponente 5 stelle non è un atto dovuto”.