Coldiretti: in calo l’industria alimentare, in crescita l’agricoltura

Agricoltura

Un’analisi della Coldiretti sull’andamento della spesa degli italiani non presenta dati incoraggianti . Lo studio, che si basa sui dati Istat riguardanti la produzione industriale a luglio, afferma che: “E’ in calo dell’1,7% il fatturato nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco per effetto della diminuzione dei consumi interni che non sono compensati adeguatamente dall’andamento positivo delle esportazioni, anche a causa di una estate flop con vacanze low cost e con i consumi condizionati dal maltempo”.

A cambiare, continua la Coldiretti, “è in realtà anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie di qualità alimentare”. Una conferma “viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia”.

L’unico settore a segnare una decisa crescita del Pil è l’agricoltura. Lo afferma sempre la Coldiretti in riferimento all’adeguamento dell’Istat alle ultime normative europee per la definizione del Prodotto interno lordo in Italia nel 2013, secondo il nuovo sistema di calcolo infatti il tasso arriva allo 0,6%, il doppio di quello registrato con il vecchio metodo. Tra i parametri entra finalmente anche il valore aggiunto realizzato dalle attività emergenti nelle aziende agricole come la creazione di energie rinnovabili (fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, gli agriasili, le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, le vendite dirette anche nei mercati degli agricoltori, i cosiddetti farmers market, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio.

Le nuove stime relative al comparto agricolo hanno contribuito a contenere l’attuale fase di recessione grazie all’individuazione con maggiore precisione del valore delle differenti attività connesse al settore. Un risultato reso possibile grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità di occupazione. Gli imprenditori agricoli oggi “si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori.