Cittadinanza a Ramy, sì di Salvini

Stavolta dice sì il vicepremier Matteo Salvini. La questione è sempre la stessa: la concessione o meno della cittadinanza a Ramy, il 13enne eroe del bus dirottato a San Donato Milanese che, assieme all'amico Adam, con la sua telefonata ai Carabinieri ha contribuito a salvare i suoi compagni dalla follia dell'autista che li aveva sequestrati. Dopo lo stop arrivato nella serata di ieri, quando aveva affermato che al momento non sussistevano gli elementi necessari per concedergliela, Salvini è tornato sui suoi passi affermando che la cittadinanza a Ramy si può concedere: “E' come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo Paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare”. Lo stesso vicepremier, come anticipato già nei giorni scorsi, ha confermato che riceverà in Viminale cinque dei 51 ragazzi presenti su quel bus: oltre allo stesso Ramy, ci saranno Adam (autore della seconda telefonata), Fabio (che parlò con l'autista tentando di dissuaderlo dal suo proposito), Aurora (presa in ostaggio da Sy) e Niccolò (che si era offerto di fare da ostaggio dopo che l'uomo lo aveva richiesto).

L'intervento di Bonafede

In mattinata, sulla vicenda del giovanissimo Ramy Shehata si era espresso anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervenuto a Circo Massimo su Radio Capital. Secondo il guardasigilli, questa vicenda non ha “nulla a che fare con lo Ius soli”, confermando che il tema non è in agenda di governo. Piuttosto, si tratta di “riconoscere un merito e dare un riconoscimento importante a un bambino che è stato capace di essere forte e di evitare una tragedia”. E sulle parole di Salvini, che aveva frenato sulla concessione della cittadinanza, Bonafede ha precisato: “Rispetto il ruolo e le competenze di ogni ministero il ministro dell'Interno fa le sue valutazionima questa spinta di emozione positiva la dobbiamo avere. Come si è compatti nel piangere e affrontare una tragedia, c'è un momento in cui si deve essere compatti nel gioire per una tragedia evitata e dare un riconoscimento a un ragazzino”.